Corriere della Sera, 26 agosto 2024
Sui social la delicatezza va a farsi benedire
«Ciao amore, dove sei? Quando torni?». È mezzanotte e un quarto di due anni fa, il figlio risponde: «Sono sul ponte». Cioè: vicino a casa. Si mandano un cuore. Meno di un mese dopo quel diciottenne – Francesco Valdiserri – sarà investito e ucciso sul marciapiede da una 23enne ubriaca, mentre si dirigeva alla fermata dell’autobus dopo un cinema con gli amici. Lo screenshot con l’affettuoso scambio familiare è stato pubblicato qualche giorno fa su X (ex Twitter) dalla mamma, la nostra collega e amica Paola Di Caro, che ha commentato la foto con le sole parole possibili: «La frase più bella del mondo è “sono sul ponte, sto arrivando”». Accanto a un cuore rosso, questa volta c’era il suo spezzato. Un tale, dall’account @ParliamoDiTv, ha chiesto: «È morto?». Paola prima ha risposto: «Sì». Poi, in un altro tweet, ha aggiunto: «E forse si può chiedere con più delicatezza». Il nostro gran cerimoniere della televisione ha replicato: «Forse si può essere più chiari. La delicatezza non appartiene ai social»; «Se non ti piacciono le risposte cancellati dai social»; «Impara a scrivere in italiano, non è fatica sprecata». Queste battute non ci dicono nulla sull’età, sul sesso e sulla professione di chi le ha scritte, ma molto raccontano della sua sensibilità. Che non tiene conto, per esempio, del miracolo quotidiano compiuto da Paola e Luca, i genitori di Francesco, per non perdersi nella via stretta del lutto. Anzi. Proprio grazie ai social stanno moltiplicando a vantaggio di altri ragazzi le opportunità che il loro figlio non ha potuto cogliere, grazie a concerti, concorsi ed eventi dei quali si fanno promotori. Forse non si può pretendere l’empatia e la gentilezza da chi sta sui social network, ma almeno le generalità sì. È incredibile che sulle soglie del 2025 non sia obbligatorio presentare un documento di identità per iscriversi a una piattaforma. Non affidiamo già a supermercati e negozi il nostro indirizzo e numero di telefono, magari per tessere fedeltà che usiamo solo una volta? Qui non è stato commesso nessun reato. Ma siamo sicuri che frasi così grottesche sarebbero state espresse se l’autore o l’autrice avesse dovuto metterci la faccia? Il fatto che nessun governo sia riuscito a licenziare una legge in materia fa intuire quanto sia complicato. Forse non resta che silenziare e bloccare certi personaggi. Ma poi, bastava chiedere scusa....