Corriere della Sera, 26 agosto 2024
I nove punti per risolvere il giallo di Sharon Verzeni
Terno d’Isola (Bergamo) È passato quasi un mese dal delitto di Sharon Verzeni e non c’è ancora nemmeno un indagato. Ipotesi, illazioni, suggestioni, ma nulla di concreto. E non solo per cautela degli inquirenti, ma perché non ci sono ancora indizi ben definiti e piste privilegiate. Un giallo aperto a tutte le soluzioni: dal delitto maturato nella sfera relazionale, sino all’opera di un molestatore. Un puzzle con tanti pezzi mancanti.
1) La villa e la telecamera
Sharon esce di casa a mezzanotte. Fa un giro largo e percorre circa 2,5 chilometri. Viene uccisa 50 minuti dopo mezzanotte all’altezza del civico 32 di via Castegnate. Quando muore una donna il primo sospettato è il compagno, ma per quella notte Sergio Ruocco ha un alibi che sembra reggere. Facendo il giro inverso rispetto a quello di Sharon la villa della coppia, in via Merelli, dista appena 650 metri dal luogo del delitto. Quindi, teoricamente, avrebbe avuto tutto il tempo di rientrare a casa e mettersi a letto, dove lo trovano i carabinieri. Ma quella notte nessuna telecamera lo ha ripreso. Ce n’è una proprio all’angolo di via Merelli e lo avrebbe sicuramente «visto» se fosse uscito di casa.
2) L’angolo cieco
Alcuni tecnici fanno notare che quel tipo di telecamera ha un angolo cieco che non riprende una porzione di strada. Inoltre poteva eluderla uscendo dal retro della villa. Ma in quel caso avrebbe dovuto superare una siepe e dei rovi, che avrebbero lasciato tracce. Quella notte Ruocco è stato spogliato e non è stato trovato nulla in questo senso. E comunque, insistono gli inquirenti, è molto difficile eludere tutte le altre telecamere in paese.
3)L’uomo in bici
Non ha ancora un volto il misterioso uomo in bici ripreso da una telecamera mentre procede contromano lungo via Castegnate. Un anziano che quella notte era al balcone è stato indagato perché ha detto di non averlo visto, nonostante sia immortalato da una telecamere mentre dal balcone lo segue con lo sguardo mentre si allontana.
4) Le vie di fuga
L’uomo in bici è sicuramente un testimone importante e, magari, l’assassino. Ma perché mai, ci si chiede, avrebbe dovuto percorrere 500 metri lungo via Castegnate con il rischio di essere beccato dalle telecamere lungo la via quando poco distante dal luogo del delitto c’è un cortile senza alcuna telecamera che porta su via don Rota e poi verso i campi?
5) Le coltellate e i lividi
L’autopsia ha accertato che Sharon è stata colpita con una coltellata quasi al petto e tre alla schiena. Su braccio e avambraccio sinistro ha dei lividi. Per il medico legale potrebbero essere dovuti alle manovre dei soccorritori. Ma non si può escludere che sia stato il suo aguzzino a bloccarla per il braccio prima di sferrare la prima coltellata. Una persona forse nota, visto che al telefono Sharon riesce a dire: «Mi ha accoltellata».
6) Tracce biologiche e Dna
Il Ris di Parma non ha ancora completato l’indagine per accertare se sul corpo e i vestiti di Sharon ci sono delle tracce biologiche. È uno degli accertamenti più attesi perché fornirebbe un primo punto fermo in queste indagini. Se ci fossero, come nel caso di Yara Gambirasio, verrebbero raffrontati con i Dna dei residenti di Terno. Quaranta sono già stati raccolti.
7) Il telefonino della vittima
Da un primo esame sarebbero emersi degli spunti da approfondire ma, a quanto pare, nulla di decisivo per indirizzare le indagini. Se avesse avuto un’altra relazione sicuramente qualcosa il cellulare l’avrebbe svelata.
8) Il lavoro e Scientology
Si indaga molto sull’attività lavorativa di Sharon, prima in un centro estetico gestito da cinesi a Bergamo poi in un Bar di Brembate. Sarebbero stati proprio alcuni degli ultimi colleghi di lavoro a farla avvicinare a Scientology di Gorle. Adesione che comportava un esborso economico che aveva fatto nascere delle discussioni con il fidanzato. Gli inquirenti sentiranno presto i responsabili di Scientology. Più per capire la rete di interessi di Sharon, non perché venga considerata una pista per spiegare il delitto.
9) La famiglia di lei
Ormai la cronaca ci ha abituato a tutto (vedi il caso di Chiara Poggi), ma è singolare il rapporto che si è instaurato tra la famiglia di Sharon e il fidanzato. Dal giorno del delitto, essendo la sua villa ancora sotto sequestro, l’uomo non vive con i propri genitori ma con quelli di Sharon. «Per noi è come un figlio», continuano a ripetere. Un attaccamento che non è venuto meno neanche dopo le mille illazioni e le ripetute convocazioni dei carabinieri. Dopo la tragica perdita di una figlia e se in passato ci fossero stati problemi nella relazione con Ruocco, quanto meno oggi sarebbero tormentati dai dubbi.