Libero, 25 agosto 2024
Sì in carcere, poi fuga per la luna di miele
Il matrimonio in carcere e la fuga (d’amore) per la luna di miele. Poi la neo-sposa fin troppo innamorata che riesce a farlo scappare una seconda volta. In amor vince chi fugge, questa volta letteralmente. Bollate, il carcere modello dell’hinterland milanese, qualche settimana fa. Un detenuto di 38 anni si lega per la vita con una ragazza. Lui sta scontando un cumulo di pene per tredici anni; lei è libera, nel penitenziario entra giusto per dire quel fatidico “sì”, emozionata. È luglio. Cinque giorni dopo al 38enne riesce il colpo: in un qualche modo è fuori, se la dà a gambe e ha un solo pensiero in testa. La moglie che, nell’arco di poche ore, si mette irreperibile. Dove vanno? In viaggio di nozze. Non dall’altra parte del mondo, ma sulla costa di Ravenna, in Emilia Romagna. Non in un hotel di lusso, ma su un camper. Che però è rubato. È il camper che insospettisce gli agenti della stradale. Ha una segnalazione per furto e una targa contraffatta. Quando le forze dell’ordine si avvicinano, l’uomo di 38 anni si mette a correre a per di fiato. Non sono soli, tra l’altro, gli sposini di Bollate. Con loro, in villeggiatura, ci sono anche dei famigliari. Ma all’arrivo della polizia è la sposa che prima si mette a urlare («Corri, amore. Scappa che ti prendono, corri») e poi si scaglia contro i militari. Pugni, calci e minacce. Risultato: il galeotto riesce a dileguarsi (di nuovo) e lei viene arrestata per resistenza a pubblico ufficiale.