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 2024  agosto 25 Domenica calendario

Cinque bambini soli in una baracca a Quarto Oggiaro

Li hanno trovati sotto un albero, come un gruppetto di sopravvissuti. E lo erano in effetti. Cinque bambini rom, quattro bambine e un bimbo di solo un anno (la più grandicella, la sorellina maggiore ne ha sei), erano stati abbandonati a loro stessi senza genitori, né cure; affidati, per così dire, a un’altra donna che sbarcava il lunario chiedendo l’elemosina in strada. Succede in un campo rom di Quarto Oggiaro, periferia nord di Milano.
I bambini sopravvivevano in una baracca del campo senza luce ne servizi igienici insieme una donna di 45 anni romena che li aveva presi in carico, dopo che anche della madre si erano perse le tracce. «Per dargli da mangiare vado a chiedere l’elemosina, i loro genitori non ci sono», ha detto la donna ai poliziotti, prima di dileguarsi a sua volta, approfittando del breve lasso di tempo in cui gli agenti del commissariato di Quarto Oggiaro hanno contattato la procura del tribunale per i minorenni per avviare le procedure di affidamento e tutela.
A trovare gli orfanelli sono stati infatti gli stessi poliziotti del commissariato di via Satta, senza che ci sia stata alcuna segnalazione, bensì durante un controllo di routine dentro il campo rom. Quando sono entrati la prima volta i bambini erano nel campo nomadi erano con la donna; quando la polizia è tornata il personale dei servizi sociali con c’era più nessuno: con la donna si erano dileguati anche i piccoli.
Sono scattate le ricerche, insieme gli agenti della polizia Locale, e pochi minuti dopo i bambini sono stati trovati in un parco fuori Milano, mentre cercavano riparo dal sole battente all’ombra di un albero, con la sorellina maggiore che teneva con sé il bambino più piccolo e le altre bimbe intorno. A quel punto gli agenti, insieme al pronto intervento minori del comune di Milano, e alla polizia Locale, che ha partcecipato alle ricerche, hanno trasferito i piccoli al pronto soccorso dell’Ospedale Sacco, dove sono stati sottoposti ad una visita medica. Bambini che il giorno stesso, mercoledì 21 agosto, sono stati trasferiti d’urgenza nelle comunità per minori su decisione della procura presso il tribunale per i minorenni di Milano.
Nel primo sopralluogo dentro il campo rom i poliziotti hanno visto il posto in cui vivevano: una baracca arroventata dal sole, sporca, senza luce né servizi igienici. La 45enne romena con riluttanza ha spiegato che non era lei la madre, che i genitori non c’erano – non sapeva dire con certezza se erano strati arrestati o se erano scappati all’estero -: in ogni caso le erano stati affidati i figli, e per sfamarli e badare al loro sostentamento, chiedeva l’elemosina per strada.
I poliziotti hanno ricostruito nel più breve tempo possibile la storia, la paternità e maternità dei cinque trovatelli (che erano senza documenti) hanno informato il tribunale e hanno trovato le comunità specializzate per la cura dei più piccoli e per i neonati dove portarli portare.
Dopo aver ritrovato i bambini nel parco, sporchi, laceri e disidratati, a maggior ragione si decide per il trasferimento immediato nelle comunità, prima che potessero allontanarsi nuovamente e rendersi irreperibili. E soprattutto per scongiurare ulteriori rischi per la loro incolumità.