Avvenire, 25 agosto 2024
Il papa benedice la barca che salva i migranti
Prima operazione di soccorso per Mediterranea: 67 persone in salvo. A testimoniare quanto avviene in mare anche il veliero di Migrantes
Erano partiti da poche ore con il messaggio di papa Francesco ancora nel cuore quando hanno intercettato quel barcone stracarico di migranti in pericolo. Almeno 67 le persone tratte in salvo nelle ultime ore dalla Ong Mediterranea, grazie alla cooperazione con la Guardia costiera italiana.
«Stiamo cooperando con la motovedetta della Guardia Costiera Italiana a cavallo tra zona Sar maltese e zona Sar tunisina – racconta don Mattia Ferrari a bordo della nave Mare Ionio – nel soccorso di 67 persone tra cui 16 donne e 15 bambini a bordo di una barca di legno sovraffollata che stava pericolosamente imbarcando acqua. Abbiamo stabilizzato l’imbarcazione e distribuito i giubbotti di salvataggio, poi le persone le ha caricate a bordo la Guardia Costiera».
«Prego per voi e per la vostra testimonianza», papa Francesco aveva inviato, per tramite proprio di don Mattia Ferrari (il parroco impegnato sulla nave Mare Ionio, ndr) un messaggio all’equipaggio della Ong Mediterranea e del veliero di Migrantes, in missione nel Mediterraneo da poche ore per salvare vite umane. L’operazione è partita venerdì sera dal porto di Trapani. «Una missione di particolare rilevanza» perché per la prima volta la nave è accompagnata lungo la sua rotta da una barca a vela di supporto organizzata dalla fondazione Migrantes della Chiesa cattolica italiana, «con funzioni di osservazione e documentazione, informazione e testimonianza», afferma la Ong. Le due imbarcazioni hanno raggiunto ieri pomeriggio l’area di operazioni Sar a sud di Lampedusa.
«Siamo tornati di nuovo là dove bisogna essere: nel Mediterraneo per soccorrere le persone in fuga da tortura, violenze e violazioni dei diritti umani e contrastare le intercettazioni e le deportazioni in Libia e Tunisia» scrive sui social l’organizzazione umanitaria. All’obiettivo prioritario della missione di salvaguardare a ogni costo ogni singola vita umana in pericolo in mare, spiega Laura Marmorale, presidente di Mediterranea Saving Humans, si aggiunge infatti quello di impedire intercettazioni e respingimenti delle persone migranti «verso porti e Paesi “non sicuri”, dove i diritti fondamentali sono negati e la stessa incolumità delle persone è quotidianamente a rischio. Intercettazioni e respingimenti che sono aperte violazioni del diritto internazionale, umanitario e marittimo.
Intanto sono ripresi gli sbarchi a Lampedusa: a partire dalla mezzanotte, ieri sono saliti a otto, per un totale di 403 persone, compresi donne e bambini. Tra le nazionalità, bengalesi, egiziani, eritrei, etiopi, pachistani e siriani. Alcuni dei migranti soccorsi dalle motovedette hanno riferito d’essere salpati da Sabratah, in Libia, dopo aver pagato da 5.500 a 7mila euro. Altri, di nazionalità marocchina, tunisina e algerina, hanno detto d’essere partiti da Gabes e Kerkennah in Tunisia, pagando fino a 2.500 euro per la traversata. Una giovane etiope ha partorito, all’alba, sul natante in vetroresina di 10 metri sul quale viaggiava con 46 persone. La carretta, partita da Zuwara in Libia, è stata soccorsa dai militari della guardia di finanza. Si sta infine dirigendo verso il porto di Salerno la nave Geo Barents di Medi ci senza frontiere con a bordo 191 migranti salvati in quattro diverse operazioni nel Mediterraneo.