il Giornale, 25 agosto 2024
Registra il suo omicidio con il cellulare
Nel film di Dario Argento L’Uccello dalle piume di cristallo era una registrazione telefonica a risolvere il mistero di un serial killer. Era 1970 e gli smartphone non erano stati nemmeno immaginati. Ma 54 anni dopo il telefono può ancora aiutare gli investigatori. Come nel caso della 39enne moldava (nella foto) trovata morta un anno fa, il 2 agosto 2023, nel bagno della sua casa di Abano Terme, nel Padovano. Inizialmente tutto lasciava pensare a un suicidio, ma la donna aveva lasciato acceso il registratore del suo cellulare e quando gli investigatori hanno ascoltato la clip hanno «assistito» alla testimonianza audio dell’aggressione che ha portato alla morte della donna.
Il colpevole sarebbe inequivocabilmente
l’ex marito della donna, 42 anni, che dopo aver ucciso la moldava avrebbe anche inscenato il suo suicidio. L’uomo è stato rinviato a giudizio per omicidio aggravato e il 17 settembre al tribunale di Padova è in programma l’udienza preliminare. L’uomo, che attualmente si trova in custodia cautelare in carcere dal marzo scorso quando è stato arrestato dai Carabinieri su mandato del Gip, è sospettato di aver messo in scena il finto suicidio della donna con cui ancora conviveva malgrado la separazione, una 39enne moldava con cui aveva avuto anche due figlie, e di essere stato lui a uccidere la donna. Secondo gli investigatori, infatti, la versione fornita dall’uomo che chiamò all’alba del 2 agosto il 118 dicendo che la moglie si era chiusa in bagno dall’interno e non gli rispondeva, e che poi fu trovata rannicchiata nel box doccia esanime e con una cintura stretta al collo, non è convincente. E anche l’iniziale ipotesi di un suicidio dovuto a un periodo difficile a causa della fresca separazione, come sosteneva il marito, è stata smentita dai racconti forniti dai familiari e dai conoscenti della 39enne, che hanno smentito la depressione della donna e portato invece alla luce un quadro di tensioni familiari tra i due.
Ma dalle ipotesi si è passato a un quadro più concreto quando dalle analisi tecniche sul cellulare della vittima è emerso che nella notte fra il 1 e 2 agosto la donna aveva tenuto acceso il registratore del suo cellulare ciò che la ha permesso di documentare tutte le fasi del suo omicidio e della messinscena del suicidio da parte dell’ex marito. Quella sera, dopo una furiosa lite a causa della sua gelosia, il 42enne aveva approfittato del fatto che la donna si fosse assopita a letto e l’aveva strangolata con una cintura per poi trascinarne il corpo nel bagno e inscenarne il suicidio. Ulteriori accertamenti fatti nell’abitazione hanno poi permesso di scoprire che, con la necessaria perizia, era possibile rimuovere e riposizionare il pannello centrale della porta del bagno, circostanza che avrebbe quindi consentire all’uomo di uscire dal locale lasciando la porta chiusa dall’interno, ciò che avrebbe dovuto avvalorare l’ipotesi del suicidio. L’uomo deve rispondere ora di omicidio volontario aggravato dalle circostanze di minorata difesa della vittima e dalla relazione coniugale, anche se cessata.