la Repubblica, 25 agosto 2024
Le cantine sottomarine
Napoli – Castel dell’Ovo sorveglia un carico prezioso: 4mila bottiglie di vino calate da una nave il 6 agosto. «La piana ha una profondità tra i 40 e i 55 metri», spiega Francesco Lerro, imprenditore che ha realizzato “Megaride, cantine sommerse” a meno di un miglio dalla fortezza. Un chilometro quadrato di superficie, una capacità a regime di 90 mila bottiglie: numeri alti rispetto alla media. «Siamo la cantina sottomarina più grande in Italia – aggiunge Lerro – e per primi ci prepariamo ad affinare in mare olio e aceto». “Megaride” (l’isolotto di Castel dell’Ovo) è la quinta realtà in Italia, senza contare sperimentazioni e start-up. Un settore in crescita con alle spalle investimenti importanti, studi affidati a enologi, ingegneri navali e biologi marini, sistemi di monitoraggio all’avanguardia e un’attenzione alla sostenibilità per non compromettere i fondali. Si sfruttano le temperature costanti e l’assenza di luce in profondità.Trentuno le cantine sommerse contate nel mondo nel 2021. I numeri sono aumentati da allora. Mari e laghi: una pratica diffusa nell’antichità e tornata in auge dopo il ritrovamento nel 2010 di 168 bottiglie di champagne perfettamente conservato in un relitto affondato a fine Ottocento ’800 nel Baltico. Il mercato si divide tra chi fa cantina per conto terzi, come “Megaride”, e chi invece cantina i propri vini. Grecia, Spagna, Cile, Australia e naturalmente l’Italia con i suoi quattro mari.“Megaride” ha iniziato con quattromila bottiglie divise tra vino orange,aglianico irpino bio non filtrato e poche bottiglie di una falanghina spumantizzata. Il 30 settembre calerà altre 4mila bottiglie con la falanghina amber spumantizzata con metodo charmat creata dall’azienda flegrea Carputo per il trentennale.A Chiavari, in Liguria, Bisson ha creduto nelle cantine sommerse già nel 2009 dopo gli studi di Pietro Lugano negli anni Novanta. La prima calata fu di 550 bottiglie a 60metri a largo di Portofino. Nasce così la linea di spumanti “Abissi”. L’affinamento per 18 mesi si è intanto spostato a Sestri Levante con bottiglie che resistono a 24 pressioni atmosferiche. “Pionieri in affinamento in mare dal 2008” è invece il claim di Tenuta del Paguro a Ravenna. Il sangiovese è a 35 metri di profondità nell’Adriatico, sull’ex piattaforma metanifera inabissata nel 1965. Akènta Sub è il vermentino affinato a largo del Parco di Porto Conte, in Sardegna, da Cantina Santa Maria La Palma. Paololeo ha scelto invece la temperatura costante tra i 12 e 14 gradi nelle acque cristalline della riserva di Porto Cesareo, in Salento. C’è poi chi punta sulle edizioni limitate, come le 30 bottiglie realizzate per il ristorante Brizza a Taormina Mare e affinate nello Ionio da Orygini, nata in collaborazione con Benanti: i vini vengono dalle pendici dell’Etna e si affinano a 48 metri nell’Area marina delle Isole Ciclopi. Cantine lacustri, invece, sono quella di Roma Doc sul lago di Nemi e di Riva al lago di Garda con il Trentodoc.Il primo in Campania è stato Cantine Tommasone a Ischia: 530 bottiglie di spumante e 12 anfore nel 2021. Nello stesso anno, Andrea Petrone (quinta generazione dell’Antica Distilleria Petrone 1858) ha scelto Mondragone per 370 bottiglie di liquore Elixir Falernum. Non solo vino. A fine settembre ci sarà la calata di “Megaride” di circa 4 mila bottiglie di aceto (500 per tipo) prodotto dallo chef Valerio Carinella. Il 30 ottobre arriveranno altre seimila bottiglie tra olio toscano e un aceto di Modena invecchiato di 30 anni. «Vogliamo realizzare nella piana di Castel dell’Ovo una acetaia sottomarina – spiega Carinella – La start-up “Gassa d’amante” proporrà aceti di vino e fruttati. La maturazione continuerà sott’acqua». Una sperimentazione, come l’altro versante a cui guarda Lerro: il turismo. «Ho in mente di organizzare con un diving delle visite subacquee alla cantina, che renderemo scenica con statue e installazioni».