Corriere della Sera, 25 agosto 2024
Arrestato il fondatore di Telegram
Arrestato sulla pista dell’aeroporto Le Bourget di Parigi il fondatore e amministratore delegato di Telegram, il francorusso Pavel Durov, 39 anni. Era accompagnato da una donna e una guardia del corpo, e sapeva che cosa rischiava atterrando a Parigi con il suo jet privato: era schedato Fpr, «ricercato».
All’origine dell’inchiesta dell’Ufficio nazione antifrode c’è la sua creatura, il più famoso sistema di messaggistica criptata, che per i magistrati lo renderebbe complice degli obiettivi oscuri per i quali il mezzo è utilizzato: traffico di stupefacenti, terrorismo, pedopornografia, riciclaggio, ricatti. Chiunque non voglia essere intercettato mentre commette un reato può contare su un canale di trasmissione efficace e protetto.
Ma il mandato d’arresto sarebbe scattato solo nel caso in cui Durov avesse messo piede in Francia, cosa che ha fatto alle 20 di ieri sera, lasciando il rifugio dell’Azerbaigian. Perché?
«Ha fatto una sciocchezza e non ne sappiamo il motivo – ha detto una fonte investigativa alla rete Tf1/Lci, che per prima ha dato la notizia – Forse era solo intendeva solo fare uno scalo. In ogni caso è l’abbiamo beccato».
Da quando era ricercato, Durov evitava accuratamente la Francia, viaggiando costantemente ma negli Emirati Arabi, in Paesi dell’ex blocco sovietico, in America Latina. Molto meno in Europa e negli Stati in cui Telegram è sotto sorveglianza.
Preso adesso dall’equivalente della Polaria d’Oltralpe, il miliardario è in carcerazione preventiva e potrebbe essere incriminato con una procedura d’urgenza già oggi.
«Sulla sua piattaforma – dice un altro inquirente anonimo a Tf1/Lci – permette che si commettano un numero incalcolabile di crimini e non fa nulla per limitarli o intervenire». Al di là dell’uso che ne fa l’utente comune, per esempio per seguire senza abbonamento le partite di Serie A, «negli anni – continua la fonte – è diventata lo strumento numero 1 per la criminalità organizzata».
Gli investigatori gongolano perché l’arresto può avere importanti conseguenze sulle reti criminali che si affidano a Telegram. Inoltre per la Francia diventa uno strumento di pressione sugli altri Paesi europei per trovare un modo di disinnescare i sistemi di messaggistica criptata.
A Parigi è da tempo che la piattaforma è guardata con sospetto. L’ex premier Elisabeth Borne era arrivata a chiedere ai membri del governo di cancellare l’applicazione di Telegram e di sistemi simili dai telefoni cellulari per evitare fughe di informazioni riservate. Nel suo messaggio Borne sollecitava a eliminare anche WhatsApp o Messanger perché «non sono esenti da buchi di sicurezza». Per gli scambi Matignon ha chiesto di installare l’App considerata più stabile Olvid, entro l’8 dicembre 2023: «Una presa di coscienza in materia di cybersecurity – scriveva Borne – ma anche un passo avanti verso una maggiore sovranità francese». Olvid è stata infatto creata nel 2019 da esperti nazionali proprio con l’obiettivo di rafforzare la sicurezza, garantendo la privacy.