Corriere della Sera, 24 agosto 2024
Sinner in conferenza stampa dopo il caso doping
Via il dente, via il dolore. Nella sfilata del media day a New York, il numero 1 del mondo non poteva mancare: era tutto organizzato da giorni, ma Jannik Sinner non sapeva che sarebbe andato incontro alla conferenza stampa più difficile della sua vita. Lo aspettavano al varco, anche perché hanno parlato tutti in questi giorni tranne lui. «Chiaramente tutta questa situazione non è ideale da vivere alla vigilia di uno Slam, ma nella mia testa so di non aver fatto niente di sbagliato – la versione di Sinner —. Ho dovuto giocare mesi e mesi con tutto questo in mente, dovendo sempre ricordare a me stesso di non aver fatto niente di male. Ho sempre rispettato le regole e sempre le rispetterò. È stato un sollievo avere questo risultato, ora è bello tornare qui: New York è una città bellissima, un posto meraviglioso dove giocare a tennis». E dove cinque anni fa, quando Sinner aveva 18 anni e in pochi lo conoscevano, debuttò in torneo dello Slam facendo soffrire Stan Wawrinka.
«È stato un processo molto lungo, sappiamo tutti per quanto tempo ho dovuto avere a che fare con questa situazione, che spero sia la prima e l’ultima – ancora Sinner —. Ho dovuto prendere delle decisioni, ma ci sono date che vanno rispettate, non puoi scegliere tu quando parlarne. Io alla fine voglio solo giocare a tennis, ma avevo sempre un po’ di timore che qualcosa potesse uscire. Tutto questo però fa parte delle regole antidoping di Wada e Itia, sono stato felice di collaborare con loro, consapevole della mia innocenza». In tanti, anche colleghi, qualche dubbio invece lo hanno avuto. «Quelli che risultano positivi seguono lo stesso iter. Non ci sono state scorciatoie o trattamenti diversi, capisco la frustrazione degli altri giocatori, ma forse sono stati sospesi perché non sapevano da dove provenisse quella sostanza, noi sì e abbiamo subito collaborato».
Per scendere in campo nel match d’esordio allo US Open, Sinner dovrà aspettare ancora tre giorni: il primo turno si giocherà martedì nel tardo pomeriggio, secondo match di un programma al via alle ore 18, sull’Arthur Ashe contro l’americano Mackenzie McDonald. Per il resto, allenamenti, allenamenti, allenamenti. Giovedì quello con Dimitrov, ieri quello con Lorenzo Musetti, in un campo vicino alle tribune, ovviamente strapiene.
Una decisione, Jannik l’ha però dovuta prendere: Umberto Ferrara e Giacomo Naldi, rispettivamente il preparatore atletico e il fisioterapista protagonisti della vicenda Trofodermin (la pomata spray contenente Clostebol che Ferrara ha dato a Naldi per curare la ferita al dito, da lì il contatto con la pelle di Sinner), non faranno più parte dello staff, con Marco Panichi (già collaboratore di Djokovic) tra i nomi già accostati a Jannik. «Sono stati importantissimi in questa parte della mia carriera, con Umberto e Giacomo abbiamo fatto un lavoro incredibile in questi due anni. Abbiamo vinto tanto e ci siamo divertiti molto, ma per via degli errori che sono stati commessi non mi sento più fiducioso di continuare con loro». Inevitabile.