Il Messaggero, 22 agosto 2024
L’Anniversario Agesci Cinquant’anni di scout
Il fazzolettone al collo, la divisa uguale per tutti, le maniche rimboccate e il desiderio di fare un “buon cammino": l’Agesci di strada in questo mezzo secolo ne ha fatta tanta, e certamente può andare fiera che sotto le sue insegne si sono formate intere generazioni di ex lupetti e coccinelle, ragazzi e ragazze che crescendo hanno coltivato una visione profonda del proprio essere, introiettando codici di riferimento capaci di filtrare il mondo circostante e renderlo un luogo più inclusivo, impegnato nel sociale, nella causa della pace. Non è un caso che chi è cresciuto frequentando l’ambiente dello scoutismo cattolico, da grande abbia riproposto la stessa esperienza ai figli, trasferendo loro la medesima passione. In fondo scout è per sempre. Lo testimoniano coloro che hanno fatto un’esperienza del genere da bambini, anche tanti vip, politici, attori, accademici, generalmente concordi nel ritenere altamente formativo quel periodo.Tra i politici chi ne aveva parlato in modo entusiasta davanti alle telecamere era stato il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, a sua volta figlio di genitori scout ed ora padre di due figli scout. Ma pure Carlo Verdone ha indossato il fazzolettone, così come Renzo Piano, Giuliano Pisapia, Gianluca Vialli, Riccardo Illy, Giovanna Melandri, l’ex governatore di Bankitalia Ignazio Visco, Corrado Passera, Alessandro Profumo, Jovanotti, Elio delle Storie Tese. Gino Paoli, alcuni anni fa, per il suo ottantesimo compleanno ricevette dall’amico Renzo Piano un cappello da scout.L’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (Agesci) nasce come associazione educativa con lo scopo di incidere nella formazione dei ragazzi sfruttando il loro tempo libero e le attività extra-scolastiche, secondo i principi ed il metodo dello scautismo inglese. Alla radice c’è l’idea geniale di sir Robert Stephenson Smyth Baden-Powell, un generale britannico nato nel 1857, che voleva recuperare i giovani di strada educandoli ad essere cittadini responsabili. Una volta congedatosi dall’esercito si dedicò alla loro formazione partendo dalla propria esperienza nell’addestramento delle reclute.
Il metodo scout in pratica asseconda la naturale propensione degli adolescenti verso l’avventura e lo spirito di squadra. Oggi il movimento scout è presente in oltre 200 Paesi e porta avanti una vera e propria fratellanza mondiale che si riconosce negli stessi valori di pace e solidarietà.In questa cornice nel 1974, si fondano due associazioni liberamente promosse dai cattolici: l’Asci (Associazione Scout Cattolici Italiani), maschile, e l’Agi (Associazione Guide Italiane), femminile.IL BUON CAMMINOL’impronta scout è qualcosa che rimane per sempre dentro. Chi condivide “il buon cammino” acquisisce una forma mentis che non si perde diventando adulti. Mauro Magatti, sociologo della Cattolica di Milano (anch’egli ex scout) ha dedicato a questo ambiente diversi lavori spiegando come e perché si arriva a pensare alla squadra, al lavoro di gruppo, alla consapevolezza. Probabilmente perché negli scout il più grande ha la responsabilità del più piccino. Così l’ideale si è espanso e ora gli scout 2.0 si proclamano custodi del creato, della cittadinanza, della Carta Costituzionale, dell’inclusione, della pace.Per festeggiare il traguardo del mezzo secolo 18 mila capi scout, sia maschi che femmine, prenderanno parte alla Route 2024, un incontro nazionale che culminerà Villa Buri, a Verona. Il raduno di quattro giorni (da oggi al 25 agosto) vuole essere una sorta di riflessione collettiva articolata in diversi momenti, approfondimenti, dibattiti per fare una analisi della realtà dei giovani e definire le sfide dell’Agesci per i prossimi anni.GLI OSPITITra gli ospiti chiamati a Verona a guidare le riflessioni il francescano esperto di Intelligenza Artificiale, padre Paolo Benanti, l’economista Enrico Giovannini, l’ex ministro e ora parlamentare Elena Bonetti; Graziano Delrio, Rosy Bindi, Roberta Pinotti, Giovanni Bachelet, don Luigi Ciotti, Presidente di Libera; i giornalisti Claudio Sardo e Nello Scavo, la fondatrice di Terre di Mezzo, Miriam Giovanzana, Mario Giro della Comunità di Sant’Egidio, la teologa Lidia Maggi e don Mattia Ferrari cappellano di Mediterranea Saving Humans.Il filo conduttore del raduno è il tema della felicità, certamente un sogno ma pure un impegno gravoso. «Rappresenta una scelta politica forte, controcorrente rispetto al negativismo e ai segnali di crisi e sfiducia» spiegano gli organizzatori. E dunque felici di accogliere, di vivere una vita giusta, di custodire, di fare esperienza di Dio, di lavorare per la pace e soprattutto di essere profeti per un mondo nuovo.