Il Messaggero, 23 agosto 2024
Vito Procacci, medico stacanovista anti covid muore in mare
È morto dopo un tuffo nel mare di Gallipoli, colpito da un malore durante un bagno a mezzanotte, subito dopo aver cenato. «Oggi siamo tutti improvvisamente e drasticamente più poveri» hanno annunciato i suoi colleghi. La tragica scomparsa di Vito Procacci, direttore del pronto soccorso del Policlinico di Bari, ha sconvolto un’intera comunità: sono proprio i commenti dei suoi pazienti a raccontare tanto del medico e dell’uomo, del vuoto che lascia. Nato a Bitonto, in provincia di Bari, il medico 64enne, morto sotto gli occhi della moglie a Gallipoli mentre era in vacanza, lascia anche due figli. Proprio la sua famiglia, poco dopo l’accaduto ha voluto dare la notizia a quanti lo conoscevano. «Il nostro amatissimo Vito hanno scritto da profilo ufficiale del medico – è improvvisamente salito in cielo proprio come ha vissuto, con la leggerezza e la gioia di vivere che lo rendevano unico. Ha deciso di andarsene nel mare che amava tanto, nella terra per cui ha lottato, fino all’ultimo giorno».Professionista stimato e amato, fratello dell’ex senatore Pd Giovanni Procacci, il medico era peraltro diventato un simbolo della lotta al Covid, sia con la sua attività in trincea che attraverso i social. E, suo malgrado, si era reso protagonista di un episodio che lui stesso aveva definito assurdo: multato e costretto a pagare circa 21mila euro per “i troppi straordinari”, una sanzione a seguito della quale scrisse, nell’ottobre 2023, una lunga lettera di sfogo al Presidente Sergio Mattarella per denunciarne l’assurdità. Nella lettera, Procacci aveva evidenziato il lavoro svolto, da lui e dall’intera struttura da lui diretta, durante il periodo Covid, specificando di aver salvato «la vita a circa 8600 pazienti, di cui 1600 ventilati meccanicamente». «Le scrivo – si leggeva – perché oggi, dopo tutto l’impegno profuso da me e dalla mia meravigliosa equipe nel contribuire orgogliosamente a rendere un essenziale servizio ai cittadini, in nome del giuramento di Ippocrate e dell’articolo 32 della Costituzione, le affido tutta l’amarezza, la delusione e lo sgomento per il trattamento ricevuto da uno Stato che amo ma nel quale ad oggi faccio fatica a riconoscermi». Parole che evidentemente non lasciarono indifferente Mattarella, che gli rispose si scusò pubblicamente con il medico (e la sanzione fu annullata)Un punto di riferimento, insomma, per i medici e per tanti cittadini che, per varie ragioni e in differenti momenti, hanno incrociato il suo lavoro e le sue mani. A testimoniarlo anche i colleghi che sui social in queste ore hanno speso parole di stima: «Raramente scrive un professionista – ho conosciuto persone così disponibili e dai tratti così distintivi del Medico di Pronto Soccorso, quello cioè che non conosce orari di servizio perché il servizio è anzi la sua stessa vita». Non uno dei tanti ma piuttosto un uomo talentuoso, un medico per vocazione le cui doti principali erano empatia e umanità. Vicino a tutti, ai più giovani. «Che dispiacere immenso scrive una giovane dottoressa- si donava gratuitamente e generosamente condivideva la sua preparazione. E in noi freschi di studi alimentava la passione per questo nostro mestieraccio. Unico. Non dimenticherò mai i suoi insegnamenti».I COLLEGHINel pronto soccorso lo ricordano come un medico di trincea, sempre in campo. Sempre al lavoro, sostituiva spesso gli altri medici in casi di assenza per emergenze familiari o di altra natura, anche nei turni notturni. Con i pazienti era presente, attento, oltre alle cure prestava quella attenzione che è di pochi, regalava parole di conforto. E – come raccontano quelli che lo hanno conosciuto – dopo il trasferimento nei reparti competenti, tornava a trovare i pazienti per accertarsi delle loro condizioni. Lì, dove lui aveva creato «una squadra invincibile», ora c’è tanto smarrimento. Pioniere dell’organizzazione del 118 regionale pugliese, Procacci è stato inoltre uno dei protagonisti quando nel 2002 la struttura del servizio di emergenza sanitaria partì in fase sperimentale. Una figura che mancherà alla sanità pugliese.A uccidere Procacci è stato un malore, appena entrato in acqua, nella spiaggia della Purità a Gallipoli. A nulla sono serviti i tentativi di rianimarlo da parte dei suoi colleghi, gli operatori sanitari giunti sul posto. A esprimere il cordoglio della città, tra gli altri, il sindaco di Bari Vito Leccese. «Con profonda tristezza – dice il primo cittadino – abbiamo appreso della scomparsa di Vito Procacci. La sua generosità, competenza e dedizione, dimostrate ogni giorno e in modo straordinario durante l’emergenza Covid-19, sono state espressioni autentiche dei più nobili valori che ispirano il giuramento di Ippocrate».