La Stampa, 23 agosto 2024
Intervista a Augusto Minzolini su Ecce Bombo
La battuta di Augusto Minzolini in Ecce Bombo è tra quelle diventate dei tormentoni: «E adesso che abbiano fatta la squadra, chi porta la palla?». «Poche parole che mi tormentano da sempre», dice il giornalista che risponde dal suo buen retiro di Minorca.Si arrabbia?«Li lascio fare. All’epoca sul set Nanni Moretti me la fece ripetere 24 volte».Cosa non andava in quella battuta o nella sua recitazione?«La battuta era talmente stupida che mi dava fastidio».Come venne scritturato?«Era il 1977, ultimo anno di liceo classico, al Dante dove c’era anche Silvia Moretti, la sorella di Nanni. C’erano continue assemblee per decidere l’occupazione e lui partecipava, sempre in silenzio, osservandoci. Il cast lo ha scelto lui, tra noi del Dante».Il movimento studentesco del 1977, lei ne faceva parte?«Erano quegli anni, terribili e confusi. Quel movimento è stato generazionale accompagnò anche la vicenda di Moro, dentro c’erano diverse anime, una generazione in cui contavano più i gesti che le parole e le idee, segnata dal sangue del terrorismo».Lei all’epoca era di sinistra.«Non sono mai stato comunista, diciamo che appartenevo alla sinistra liberale fino a quando non mi ritrovai il giorno delle monetine a Bettino Craxi davanti al Raphael. Quella scena mi ha segnato e cambiato».Erano i tempi dei suoi retroscena politici.«Craxi mi chiamava “raccoglitore di cicche”. Riportavo le indiscrezioni sui verbali della direzione socialista perché avevo scoperto che dal bagno delle donne si potevano ascoltare le riunioni. Fino a che non lo fecero insonorizzare».Vi siete più rivisti con Nanni Moretti?«L’ultima volta moltissimo tempo fa, quando era da poco uscito Palombella rossa. Andai al cinema a vedere un filmone americano con Richard Gere che faceva la parte di un poliziotto corrotto e me lo ritrovai dietro. Per tutto il tempo mi spingeva la spalla con il dito come a dire “guarda che cazzata”. Nell’intervallo gli dissi che volevo andare a vedere Palombella rossa, ma si arrabbiò perché ormai era uscito dalla programmazione delle sale».Su La7 Luisella Costamagna domandò a Moretti se sentisse la responsabilità di averla in qualche modo lanciata e il regista rispose: “Ho questa responsabilità”.«Ma guarda questo! lo quel film lo ho fatto gratis, mi deve pure pagare».Suo figlio ha visto quel suo debutto cinematografico?«Sì e lo ha colpito il fatto che avessi tanti capelli».Effettivamente era un capellone, come è stato possibile?«Il lavoro».