Corriere della Sera, 23 agosto 2024
Rinasce il campanile «sacro» per i nazisti
Lì dove Hitler si inchinò a Hindenburg, lì dove il nazionalsocialismo si alleò con la Prussia militarista, lì dove – in breve – il 21 marzo 1933 si aprì la strada alla dittatura nazista, ieri è risorto ufficialmente dalle pietre e dai bozzetti degli archivi il più controverso campanile della Germania. Quello della Chiesa della Guarnigione di Potsdam, davanti alla quale il Führer e il presidente 86enne pluridecorato e malato si strinsero la mano, come racconta una delle foto più tristi, e note, della storia tedesca.
Che non sia una ricostruzione come le altre, in un Paese che negli ultimi anni ha rimesso in piedi decine e decine di edifici sbriciolati dalle bombe alleate, lo mostrano le parole del presidente Frank-Walter Steinmeier, patrocinatore del restauro: bisogna ascoltare, ha detto all’inaugurazione, anche chi protesta là fuori contro quest’opera.
Il campanile è stato, da sempre, un simbolo del militarismo. Costruito nel 1732 da Federico Guglielmo I, il re soldato, è stato visitato da Napoleone e dallo zar Alessandro I; è stato la parrocchia della famiglia reale prussiana; l’altare dove la chiesa luterana e quelle riformate si sono riunite; la chiesa degli ufficiali prussiani e infine, luogo «sacro» ai nazisti che decretarono il 21 marzo – quello della stretta di mano tra Hitler e Hindenburg – il giorno del Reich.
Della ricostruzione si è discusso per anni. Va osservato che è tuttora incompleta. Manca la cupola barocca alta trenta metri e, così com’è, la torre monca appoggiata su una strada a quattro corsie è più un osservatorio sulla splendida Potsdam (prezzo del biglietto: 7 euro) che un monumento ripristinato.
Sono vent’anni che la Germania ha imboccato la via delle ricostruzioni storiche. Quando dopo la caduta del Muro, al posto delle macerie lasciate «in eterno ricordo» degli orrori della guerra «perché non si ripetano» – ogni città ne aveva, da Dresda a Berlino – è subentrata la volontà di recuperare la propria storia, l’epopea prussiana, se non di glorificarla. Architetto principe di quelle operazioni – filologicamente accurate – è l’italiano Franco Stella. Si deve a lui il castello rinato sulla Unter del Linden, a Berlino, al posto del Palast der Republik della Ddr, che è a seconda dei punti di vista una anti-storica patacca o una grande attrazione per i turisti.
Di quest’inversione ha beneficiato anche Potsdam, metà Versailles tedesca metà città abitata dai «prominenti» (ci vive anche Olaf Scholz), dove i quartieri laterali sono così ben preservati che su quei ciottolati vengono girati quasi tutti i film d’epoca. Da poco anche il centro, ridotto a un buco dalle bombe britanniche il 14 aprile 1945, è tornato «com’era una volta».
Ma la Chiesa della Guarnigione è un’altra storia. La petizione per il restauro è stata iniziata decenni fa da circoli ultraconservatori, e solo in un secondo momento appoggiata dallo Stato. Di recente è tornata a essere un simbolo per l’estrema destra. E pone alcune domande. La prima la sintetizza la Faz: «È giusto fare le cose giuste che piacciono alla gente sbagliata?», che poi sarebbe l’Afd e su cui si scervella la Germania. E la seconda, non solo tedesca: cosa ha senso ripristinare dalla cancellazione, recuperare dal cestino?