Corriere della Sera, 21 agosto 2024
Lady Soumahoro resta ai domiciliari: «Ha sottratto 1 milione»
ROMA Liliane Murekatete, moglie del deputato Aboubakar Soumahoro (oggi gruppo misto), ha giocato un ruolo di primo piano nello svuotamento delle casse della cooperativa Karibù che dava lavoro a extracomunitari. La conferma viene dai giudici della Cassazione le cui motivazioni rafforzano l’accusa al processo per frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio nei suoi confronti (e nei confronti di sua madre Marie Terese Mukamitsindo). Al contrario di quanto aveva prospettato la difesa che assegnava a Murekatete (assistita dall’avvocato Lorenzo Borrè) un ruolo marginale nell’amministrazione della coop, la donna era la front woman di Karibù: «Le ordinanze impugnate descrivono un ruolo ben diverso da quello di segretaria risultando che l’indagata abbia ricoperto incarichi di gestione per quanto emerge dal contenuto di mail, da dichiarazioni di persone informate dei fatti, da attività di relazioni pubbliche con esponenti delle istituzioni, dalla sostituzione della madre, come anche dall’ accreditarsi come legale rappresentante della società oltre ad essere la stessa ricorrente beneficiaria di risorse societarie distratte per un importo di oltre un milione di euro». Murekatete era finita ai domiciliari a fine ottobre 2023 assieme alla mamma. Il denaro della Karibù, destinato all’accoglienza dei richiedenti asilo, aveva preso, secondo i pm di Latina, le vie più disparate. Tutte incongrue con la ragione sociale della coop, per i pm. Tutte legate a esigenze (o addirittura capricci) della donna.
La Finanza aveva ricostruito una serie di distrazioni quali tre bonifici da 3.980 euro per pagare gli studi dei nipoti più ben centoquindici prelievi di contante effettuati nel 2018 per un totale di 25mila euro. Infine c’erano gli esborsi per le piattaforme di gioco online. Le motivazioni con le quali i giudici della Cassazione hanno respinto le obiezioni della moglie di Soumahoro giocheranno un ruolo anche al processo (nel quale oltre ai sindacati è parte civile il ministero dell’Interno). Infine, l’autoriciclaggio. Murekatete avrebbe trasferito all’estero somme importanti. «Gli indagati hanno ostacolato la ricerca dell’origine illecita dei trasferimenti di denaro e appare corretto ritenere altamente probabile che stiano proseguendo la loro attività mediante soggetti interposti» scriveva il gip a ottobre.