Corriere della Sera, 21 agosto 2024
Bersani va a processo. Vannacci lo denunciò perché gli diede del coglione
Un decreto penale di condanna per diffamazione aggravata è stato chiesto dal pm di Ravenna Raffaele Belvederi per Pier Luigi Bersani per le affermazioni all’indirizzo del generale Roberto Vannacci. In particolare per l’epiteto «co...ne». Bersani ha fatto subito sapere che vuole «andare fino in fondo, andare a processo», invece che pagare una multa già chiesta dal pm. Tutto succedeva il primo settembre del 2023 alla Festa dell’Unità di Ravenna. Si parlava del libro di Vannacci e Bersani lo commentava, testualmente: «Quando leggi quelle robe lì, pensi: allora sciogliamo esercito e istituzioni e facciamo un grandissimo bar, il bar Italia, del mondo per il diritto e non per il rovescio. Dove puoi dare del pervertito a un omosessuale, della fattucchiera a una femminista, del... a un nero e puoi dire a un ebreo che “hai capito la Shoah ma ora non esagerare”. Quel bar lì non sarebbe mai vuoto in Italia. Basta andare nei bar. E a me resta una domanda sincera: scusa ma se in quel bar lì è possibile dare dell’anormale a un omosessuale, è possibile anche dare del co...ne a un generale?». Solidarietà a Bersani è arrivata, tra gli altri, da Roberto Speranza («Ha ragione da vendere») da Laura Boldrini, da Luana Zanella di Avs. Bersani ha replicato: «La mia domanda, ancorché in forma scherzosa, evidentemente non era diretta a offendere Vannacci ma a criticare le opinioni che esprime. Ed era e resta vera e sostanziale: se cioè qualcuno, per di più con le stellette, possa definire anormali degli esseri umani, racchiusi in una categoria, senza che questo venga considerato quantomeno un insulto e non una constatazione». Bersani non ha ricevuto ancora comunicazione da parte della Procura, quando gli arriverà avrà tempo 15 giorni per fare opposizione.