Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  agosto 22 Giovedì calendario

Stando a Gabriele Fava, presidente dell’Inps, nel 2050 gli over 65 saranno il 35%: «Le pensioni vanno ripensate subito»

«Allargare la base contributiva è fondamentale per la sostenibilità del sistema». Una missione di cui è convinto Gabriele Fava, da pochi mesi nominato alla presidenza dell’Inps. Per Fava è la prima uscita pubblica e la passa a stringere mani e ad ascoltare le richieste del “popolo del Meeting”, ripetendo una frase che suona come uno slogan: «L’Inps c’è e ci sarà sempre».
Qual è lo scenario pensionistico a cui andranno incontro gli under 35 di oggi?«In Italia ci sono 10,4 milioni di giovani 18-34 anni, quelli che lavorano sono circa 7 milioni, di questi l’80% presenta contributi stabili nell’ultimo quinquennio coprendo mediamente circa l’80% dell’intero periodo. I restanti, da ritenersi precari o addirittura senza una copertura assicurativa, sono sostenuti da ammortizzatori sociali tra i più inclusivi e generosi dei paesi europei. Per avere uno scenario pensionistico adeguato, occorre assicurare ai giovani lavoratori opportunità di lavoro, ben retribuito e coperto dal punto di vista previdenziale, sostenendoli con misure di politiche attive del lavoro, non solo passive. Uno degli obiettivi dell’Inps sarà ingaggiare le giovani generazioni sulla “questione previdenziale” e aiutarli nella costruzione del proprio “salvadanaio previdenziale"».Come si crea una maggiore consapevolezza nei ragazzi sul tema?«Il nuovo cda Inps da me presieduto sta per approvare una linea guida gestionale specifica sul “Progetto giovani” per cui partirà un nostro piano per l’educazione previdenziale che si articolerà in diverse azioni integrate rivolte ai ragazzi. Tra le iniziative abbiamo messo a punto anche l’applicazione “Contaci” che rappresenta un nuovo strumento per avvicinarli al mondo della previdenza e consente di stimare importo e decorrenza della pensione inserendo poche e semplici informazioni».Come l’Inps potrà reggere l’urto dell’inverno demografico?«Nel 2050 i cittadini over 65 rappresenteranno fino al 35% della popolazione nazionale e questo determina la necessità di ripensare l’attuale sistema di welfare, previdenziale, assicurativo, sanitario. Crescerà il peso di questa fascia di popolazione sulla quota di individui in età lavorativa (15-64 anni). Occorre cogliere l’opportunità di riconsiderare questi cittadini non più come un costo, ma come una risorsa, sostenendo la cosiddetta silver economy. Scenari e previsioni sono ampiamente attenzionati e affrontati con un’articolata strategia. Proprio per questo l’Inps come ente attuatore delle misure di legge volte a favorire la stabilità e la sostenibilità del Sistema, assicura una rete di protezione per il Paese. In tal senso ricordiamo che il bilancio per l’anno 2023 restituisce la fotografia di un Istituto con i conti in ordine. Dobbiamo avere fiducia nella capacità del sistema Paese di saper affrontare le sfide di cambiamento, grazie anche a un avanzato sistema di welfare».Si è parlato spesso di una carenza di organico. Come procede il piano di assunzioni?«L’anno scorso l’Inps ha assunto oltre 5mila persone, in larga parte funzionari ma anche medici, tecnici ed avvocati. Entro la fine dell’anno saranno banditi concorsi per oltre 2.500 persone, di cui quasi 2mila per fronteggiare le nuove competenze attribuite all’Istituto in ambito sanitario e circa 400 nuovi ispettori di vigilanza previdenziale».Quali sono le sue tre priorità da portare avanti?«Una priorità è rappresentata in questo momento da tutti i soggetti che non hanno una regolarità contributiva. Un’altra, quella su cui ho ricevuto la fiducia del Parlamento è quella del welfare generativo, che significa passare da un sistema più assistenzialistico, di gestione pubblica delle risorse contributive e socio-assistenziali e pagamento delle pensioni, ad un sistema in grado di personalizzare le prestazioni sul ciclo di vita dei cittadini in modo che possano rappresentare un valore per le persone stesse e per il Paese. La terza priorità è lavorare nei servizi agli anziani. Nei mesi scorsi è partito il progetto “Spazio blu” la prima iniziativa di senior housing targata Inps assieme a Gruppo Cdp, Gemelli e Investire Ssg: un nuovo modo di concepire la residenzialità degli over 65 autosufficienti».Questione Tfs e Tfr: per alcune categorie di dipendenti pubblici si parla anche di sette anni di attesa. Perché?«Ci sono motivazioni legate alla normativa che prevede il differimento del Tfs/Tfr all’età di vecchiaia se si utilizzano canali di pensionamento anticipato come quelli delle quote. Per quanto riguarda i tempi di liquidazione Inps i tempi mediani non sono distanti dalle previsioni di legge, ci sono casi residuali attribuibili principalmente a ritardi di comunicazione tra pubbliche amministrazioni che non consentono tempestività nell’erogazione della prestazione. L’idea di devolvere obbligatoriamente parte del Tfr ai fondi complementari o ai fondi pensioni aperti mi trova d’accordo. È il momento più opportuno per farlo».Cosa si aspetta in autunno per quanto riguarda l’andamento della casa integrazione e delle richieste di Naspi?«Le previsioni di crescita per il 2024 e il 2025 sono buone e sono sostenute dall’ulteriore incremento della forza lavoro e dalla riduzione del tasso di disoccupazione. I dati Inps non mostrano una tendenza in aumento per i sussidi di disoccupazione, che ricordo sono anche correlati positivamente all’incremento del numero dei lavoratori assicurati, soprattutto sui contratti a termine, che risultano in proporzione decrescente rispetto al totale dei dipendenti. Sul fronte integrazioni salariali ci sarà da attendersi un andamento variabile influenzato dalle autorizzazioni concesse per le grandi aziende in crisi».