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 2024  agosto 22 Giovedì calendario

Veliero affondato, la catena degli errori. Recuperati altri quattro corpi

PALERMO – Il giorno del dolore è arrivato. Cinque dei sei dispersi sono diventati morti fra la disperazione dei familiari e dei superstiti del naufragio del Bayesian. I sommozzatori dei vigili del fuoco (quelli che affrontarono il disastro della Concordia) hanno recuperato i corpi di quattro: il banchiere Jonathan Bloomer e sua moglie Judy, l’avvocato Chris Morvillo e la moglie Nada. In serata è stato individuato all’interno dello scafo il corpo del miliardario Mike Lynch che verrà recuperato questa mattina quando riprenderanno le ricerche anche dell’ultima dispersa, la figlia diciottenne Hannah.
Per due giorni i vigili del fuoco hanno operato senza sosta facendo i conti con i pericoli della pressione a 50 metri di profondità e l’esigenza di preservare l’ambiente per le indagini degli inquirenti. Ieri pomeriggio finalmente sono riusciti a raggiungere le cabine. Hanno trovato i quattro dispersi nelle cabine del mega yacht, nel ponte inferiore, quasi certamente sorpresi nel sonno.Con il cuoco antiguano Recaldo Thomas, trovato accanto al relitto il giorno dopo l’affondamento, salgono a sei le vittime della tragedia di lunedì notte. In un silenzio irreale le quattro salme sono state accolte da parenti e sopravvissuti immobili sotto le tende della protezione civile. «L’ultima dispersa è quasi certamente in una delle cabine del veliero» racconta uno dei sommozzatori impegnato nelle ricerche. Le quattro salme sono state portate all’istituto di medicina legale di Palermo e al cimitero dei Rotoli dove nei prossimi giorni verranno effettuate le autopsie.Dagli esami sui corpi potrebbero emergere spunti utili alle indagini della guardia costiera. I magistrati ieri hanno continuato ad ascoltare i superstiti per ricostruire cosa è accaduto la notte del naufragio. L’unico punto fermo è che il veliero di 56 metri con un albero di 75 è stato investito da una tromba marina. Ma sui motivi dell’affondamento si dovrà attendere il recupero della “scatola nera” dello yacht. Per ora la pista più accreditata è quella di una catena di errori e di tragiche coincidenze: una porta finestra del ponte superiore lasciata aperta, la deriva mobile in posizione alzata, l’errato posizionamento dell’imbarcazione e un ritardo nell’attivazione del sistema automatico che sigilla la nave in caso di pericolo.È soprattutto la posizione della deriva mobile che può spiegare come un gigante a vela non abbia resistito alla tromba marina nemmeno un minuto. Il veliero costruito nel 2008 dai cantieri Perini e ristrutturato nel 2020 è dotato del sistema che consente di dimezzare il pescaggio dell’imbarcazione. In condizioni normali di navigazione il Bayesian ha una chiglia profonda 9,83 metri con la deriva abbassata. Questo permette di compensare le forze opposte prodotte da un albero in alluminio alto 75 metri e mantenere stabile il veliero. Ma non tutti iporti del mondo hanno fondali profondi e per facilitare le manovre in ambienti “protetti” la barca può ridurre il pescaggio a 4,05 metri.Le immagini dei sub non lasciano spazio a dubbi: il Bayesian è coricato su un l ato con la deriva alzata. Dunque, nella posizione di minor stabilità. Secondo gli esperti con questo assetto sono sufficienti raffiche di vento a 100 chilometri orari per rovesciare il veliero. E lunedì notte la tromba marina ha superato di molto quellavelocità.C’è poi il filone delle indagini che riguarda la sottostima del pericolo. Il comandante James Cutfield mentre era in ospedale ha detto: «Non l’abbiamo vista arrivare», a dimostrazione che i 22del Bayesian sono stati colti di sorpresa da una tempesta annunciata con l’allerta meteo. Sotto la lente d’ingrandimento ci sono i comportamenti dell’equipaggio e del comandante nei minuti tragici che hanno preceduto l’affondamento e la catena di decisioni che hanno preceduto e portato alla notte del naufragio.