la Repubblica, 22 agosto 2024
Tim Walz, vice di Kamala Harris, si presenta agli americani
CHICAGO – Il soldato Walz contro l’imboscato Trump, fomentatore dell’assalto al Congresso del 6 gennaio, per sollecitare quella che un tempo si chiamava l’America profonda a non farsi abbindolare dalle false promesse dei Repubblicani. E l’ex ragazzo prodigio del Sud, Bill Clinton, per tornare a essere lo “spiegatore in capo” delle politiche concrete democratiche, in modo da convincere la classe media e lavoratrice negli stati chiave del Midwest che la loro casa non può essere quella di un miliardario egoista e imbroglione.
L’hanno intitolata “Una battaglia per le nostre libertà”, la serata di ieri alla Convention di Chicago, che ha presentato all’America il vice scelto quasi a sorpresa da Kamala Harris. Tim Walz ha raccontato di essere nato nel Nebraska rurale, come un qualunque protagonista di una canzone di John Mellencamp, sognando insieme alla sua Diane di diventare una stella del football. Non per niente ha fatto il coach di questo sport, fra le altre attività varie che lo qualificano come un classico prodotto della “heartland”.Incluso insegnare a scuola, e servire per oltre vent’anni nella Guardia Nazionale. Walz è l’esatto opposto, se non la nemesi, di una liberal della California. Perciò completa Kamala e garantisce alticketcredibilità tra gli elettori indecisi dei sette Stati ancora in bilico, che ora dovranno rispondere anche all’annuncio – previsto per venerdì del ritiro di Bob Kennedy e del suo probabile appoggio a Trump.Però, essendo ormai la politica americana soprattutto l’arte di distruggere l’avversario con qualsiasi arma a disposizione, la stessa biografia del governatore del Minnesota è diventata un campo di battaglia. Come prima cosa, nella giornata dedicata alla difesa delle libertà – e quindi anche la sicurezza, la politica estera e il ricordo dell’assalto al Congresso approvato da Trump hanno assalito Walz accusandolo di aver lasciato il suo reparto militare proprio prima che venisse schierato in Iraq, per evitare guai. Lui risponde che si era ritirato per candidarsi al Congresso, e quando lo aveva fatto non era ancora chiaro se i suoi soldati sarebbero stati inviati all’estero e dove. Poi il Gop ha messo in giro la voce che sia una spia cinese – perché aveva insegnato nella Repubblica popolare e scelto questa meta per la luna di miele – lasciandosi reclutare dai comunisti di Pechino. Infine si sono lamentati perché ha detto di aver avuto i figli grazie all’inseminazione in vitro, quando in realtà la moglie Gwen ha chiarito di essersi sottoposta a un’altra pratica per la fertilità. Il manager della campagna di Trump, Chris LaCivita, aveva deragliato la corsa presidenziale di Kerry con mezzi simili, ma se questo è tutto ciò che ha per demolire Walz, non sembra assai.È vero però che quattro americani su dieci confessano di non avere idea di chi sia, e come si usa dire dalle sue parti, nella vita hai solo un’opportunità di dare la tua prima impressione agli altri. Con questo spirito Tim, che durante la selezione per il vice ha confessato di non aver mai usato prima un “gobbo” per leggere i discorsi, si è presentato all’America. Lo ha fatto col sorriso disarmante di un compagno che Kamala ha scelto proprio come cane da punta, per cacciare J. D. Vance e dimostrare anche attraverso il contrasto sociologico come il vice di Trump non sia un autentico figlio del Midwest, in grado di convincere un petulante miliardario ad ascoltare le istanze dei lavoratoridi Pennsylvania, Michigane Wisconsin.A loro si è rivolto anche Clinton, l’ex “comeback kid”, in fase di redenzione da una vita che nell’era del “mee too” non gli avrebbe consentito di candidarsi neppure per un consiglio di classe. Ma Bill è stato l’oratore principe della sua generazione, secondo alcuni superiore allo stesso Obama, e per quanto sia visibilmente invecchiato, resta forse il più bravo a spiegare i dettagli concreti della politica, in modo dafarsi capire dal lattaio dell’Ohio tentato dalle sirene di Trump. Aiutato anche dal governatore della Pennsylvania Shapiro, stella nascente del partito che ha dovuto rinunciare alla vice presidenza perché stavolta rischiava di apparire troppo divisivo, ma alla prossima occasione non mancherà di puntare alla Casa Bianca. Ora però tocca a Tim e Kamala, chiamata stasera a chiudere la partita, convincendo l’America che il futuro sono loro.