Corriere della Sera, 22 agosto 2024
Veliero affondato, la versione del comandante
PALERMO – Lui lo sa. Potrebbe finire tutto sulle sue spalle il peso di quel che è successo davanti a Porticello. James Cutfield, classe 1973, è il capitano neozelandese del Bayesian, il veliero affondato nella notte fra domenica e lunedì. Era lui a dare gli ordini, lui a stabilire se e dove fermarsi per la notte, lui a valutare se e quali pericoli presentava la situazione meteomarina. Quindi è lui il primo e il più importante dei pezzi sulla scacchiera delle indagini per capire perché il superyacht è colato a picco.Ieri gli inquirenti, magistrati compresi, l’hanno sentito per due ore come persona informata sui fatti: il testimone più prezioso. Una fonte qualificata ci spiega che lui, come tutti gli altri superstiti fin qui sentiti dalla sola Guardia costiera, «non ha detto niente che ci abbia fatto saltare sulla sedia». La versione di base sarebbe quella della prima ora, peraltro non confermata ufficialmente. E cioè «la tempesta è arrivata all’improvviso, non l’abbiamo vista arrivare».Partendo da qui e dal resoconto del capitano sulle operazioni messe a punto da lui e dal suo equipaggio, chi indaga dovrà capire se e quali responsabilità possano essergli eventualmente contestate. L’inchiesta, aperta per naufragio colposo, per adesso è contro ignoti ma se si arriverà a iscrivere qualcuno nel registro degli indagati, il capitano Cutfield non può che essere in cima alla lista.Una delle possibilità (al momento una mera ipotesi di indagine non contestata né a lui né ad altri) riguarda la valutazione della situazione meteomarina, e quindi del rischio. In sostanza: è stato considerato tutto come si sarebbe dovuto?Finora nessuno dei 15 sopravvissuti, capitano compreso, è stato sentito con l’assistenza di un legale, quindi non risultano persone indagate. Va detto però che la Procura di Termini Imerese, guidata dal procuratore Ambrogio Cartosio, è da sempre molto abbottonata, quindi inutile chiedere conferme sulle dichiarazioni del testimone, su eventuali contestazioni formali, sul suo stato d’animo e sulla sua esperienza in mare. Ma le notizie a volte fanno giri strani, e così si fa prima a saperne di più dalla Nuova Zelanda, dove vive la famiglia di Cutfield, originario di North Shore (Auckland).Suo fratello Mark, per esempio. La testata neozelandese «Nz Herald» riporta alcune sue dichiarazioni: un «marinaio esperto», lo definisce Mark. Che racconta delle regate di James in gioventù, e degli otto anni al comando di barche extra lusso. Prima di essere assunto alle dipendenze di Mike Lynch – per dire – il capitano della Bayesian aveva prestato servizio, sempre come comandante, per un miliardario turco. Una carriera in parte spesa anche nel settore delle costruzioni navali.È sempre suo fratello Mark a spiegare che «James sta bene, ho parlato telefonicamente con sua moglie Cristina, che mi ha rassicurato sulle sue condizioni». La donna ha raggiunto ieri la Sicilia da Maiorca, dove la coppia risiede, per stargli vicino. Sono anche loro nell’hotel diventato quartier generale dei sopravvissuti. Lui, i parenti di chi non ce l’ha fatta, l’equipaggio. Vite divise e tenute assieme dalla stessa burrasca.