Anteprima, 1 luglio 2024
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Biografia di Claudio Mancini
Claudio Mancini (1928-2024). Produttore cinematografico. «Produttore, organizzatore e produttore esecutivo, ma anche attore, comparsa, capo elettricista, operatore, ex-pugile, Claudio Mancini, non romano deppiù, 96 anni, in gran parte passati in gioventù nelle produzioni Ponti-De Laurentiis, da Ulisse, Attila, Barabba ai più facili Totò movies, e da adulto a fianco di Sergio Leone, col quale stabilì un vero rapporto di fiducia e amicizia, ha davvero fatto di tutto nel cinema italiano e ha risolto qualsiasi problema. Sempre. Manca un attore da tenere impiccato per la scena chiave di C’era una volta il West girata nella Monumental Valley? Lo fa Claudio Mancini. Sul set dello stesso film, l’attore più pazzo del mondo, Al Mulock, decide di buttarsi dalla finestra del suo albergo col vestito di scena a un giorno dalla fine delle riprese proprio sotto gli occhi di Sergio Leone, che pronuncia la celebre frase “Ma non si poteva buttà domani, ‘sto stronzo”, e che fa Claudio Mancini? Lo porta all’ospedale, non tanto per salvare il moribondo, non ce la farà, quanto per recuperare il costume per la scena del giorno dopo. “A Cla’, il costume”, gli ha appena detto Leone. Non c’era bisogno di dirlo. Il giorno dopo Mancini acchiappa Giancarlo Santi detto “Foschia”, aiuto regista, si conoscono dai tempi di Controsesso di Marco Ferreri, gli mette il costume di Mulock e girano la scena. Questa che segue l’ha raccontata lui stesso a Alberto Crespi. Mario Brega, amico fraterno di Leone, chiede uno sproposito per un ruolo minorissimo in C’era una volta in America e Claudio che fa? Gli spara un colpo di pistola fra i piedi, da sotto il tavolo. E Brega non fa una piega. Lo guarda e dice: “A Cla’, ma che fai, me spari?”. E Mancini: “E te sparo sì, hai rotto er cazzo a chiede’ tutti ‘sti sordi”. Era gente di un altro mondo» [Marco Giusti, Dago] • «Mancini era la storia orale del cinema italiano fatta persona. Si poteva stare ore ad ascoltarlo. Sempre per la serie “stampate la leggenda”, sosteneva di aver inventato il soprannome “Monnezza” perché quando andò a trovare Tomas Milian per la prima volta “quello m’aprì la porta tutto zozzo, coperto de panni sporchi, come un fruttarolo vicino casa mia che chiamavamo ‘er monnezza’”. Chissà se è vero. Cercate le sue interviste su Youtube, ce ne sono diverse, vi si aprirà un mondo» [Alberto Crespi, Rep] • Aveva 96 anni.