Anteprima, 29 luglio 2024
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Biografia di Edna O’Brien
Edna O’Brien (1930-2024), scrittrice. Per Philip Roth era la migliore scrittrice in lingua inglese vivente. «Nata nel 1930 a Tuamgraney, un piccolo villaggio dell’Irlanda occidentale, in una famiglia dalle forti radici cattoliche, era cresciuta in una casa piena di libri di preghiere, breviari e volumi di argomento religioso. Da ragazzina scriveva di nascosto da sua madre - che non approvava le sue aspirazioni letterarie - ma dopo gli studi in collegio fuggì a Dublino per coltivare i suoi sogni di emancipazione. A ventitré anni, con grande rammarico della sua famiglia, sposò un uomo molto più anziano di lei, il romanziere di origine ceca Ernest Gébler, trasferendosi a Londra e divenendo presto madre di due bambini. Lì trovò finalmente l’ispirazione per buttare giù il suo primo romanzo, che scrisse di getto in appena tre mesi: “Le parole mi uscivano da sole, rotolavano fuori come l’avena il giorno della trebbiatura, che scivolava giù da un cilindro rotante, i chicchi robusti convogliati nei sacchi e la pula che volava dappertutto, fin negli occhi degli uomini che dovevano gridare per farsi sentire, tanto era il rumore della macchina”. Ma quell’esordio formidabile avrebbe segnato anche la fine del matrimonio con un uomo che non sopportava il successo di sua moglie e la contrastava in tutti i modi. Nel 1962 O’Brien ricevette quattromila sterline di diritti per il film che sarebbe stato tratto dal suo secondo romanzo, La ragazza dagli occhi verdi. Per l’epoca era una cifra da capogiro che gli consentì di rompere una volta per tutte con il marito. Dopo il divorzio iniziò a frequentare i salotti letterari e mondani della Swinging London e per un breve periodo si mise a organizzare feste alle quali partecipavano divi del cinema e della musica, da Sean Connery a Marlon Brando, da Marianne Faithfull a Richard Burton, da Jane Fonda a Paul McCartney che le addormentava i figli strimpellando brani improvvisati con la sua chitarra. Edna O’Brien divenne un’icona ribelle degli anni ‘60, capace di sondare senza retorica le vertigini della passione amorosa e di quella politica. La sua carriera di scrittrice è stata spesso al centro dell’attenzione mediatica anche a causa di alcune prese di posizione sul conflitto anglo-irlandese che negli anni ‘90 le sono costate ripetute accuse di aver sostenuto la lotta armata dell’IRA. Ma al tempo stesso la straordinaria qualità della sua prosa l’ha fatta diventare un’autrice di culto dal successo planetario rispettata anche dalle accademie e dai più raffinati circoli letterari» [Michelucci, Avvenire].