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 2024  luglio 30 Martedì calendario

Biografia di Maria Nazionale

Maria Nazionale, nata a Torre Annunziata (Napoli) il 31 luglio 1969 (55 anni). Cantante. A metà strada tra il pop e il neomelodico. Capace di contaminare la tradizione popolare napoletana con sonorità contemporanee, di recuperare arie antiche e dimenticate e rimetterle a nuovo con una spruzzata di jazz • «Il sole di Napoli» • «Emblema del bel canto partenopeo e della tipica bellezza mediterranea» • «La senti cantare e vedi un mondo. La sua gestualità, l’espressione del bel volto, la sua voce hanno il potere di trasportarti in un viaggio virtuale che ti fa conoscere l’essenza della sua città» • Debuttò giovanissima. Nel 1986 partecipò al Festivalbar con il brano Ragazzo solo. Sedici album pubblicati, tra cui Ha da passà ‘a nuttata (1994), Storie ‘e femmene (1997), O’ core ‘e Napule (1998) e Terra Mia (2005). Ha collaborato con Nino D’Angelo, Cristiano Malgioglio e Francesco De Gregori. Due festival di Sanremo, nel 2010 e nel 2013, con Jammo ja (con Nino D’Angelo) e È colpa mia (con Peppe Servillo e Fausto Mesolella) • Matteo Garrone la volle come attrice nel film Gomorra (2008), tratto dal romanzo di Roberto Saviano, ruolo che le valse una candidatura al David di Donatello. Da allora è stata vista sul grande schermo anche in 7 minuti (Michele Placido, 2016), La tenerezza (Gianni Amelio, 2017) e Qui rido io (Mario Martone, 2021) • Si dice addirittura che il musicista Brian Eno, sceso in visita a Napoli, sia rimasto affascinato da lei e abbia chiesto: «Scusate, ma Maria Nazionale è sposata?».
Titoli di testa «Nella Napoli ottocentesca la realtà era fantasia. La povertà, filosofia. Il frastuono, musica» (Erio Tripodi, chansonnier).
Vita Appassionata di canto fin da bambina, a 13 anni già si esibiva ai matrimoni interpretando canzoni tratte dal repertorio classico napoletano. Casualmente incontrò il maestro Franco Chiaravalle che, colpito dalle sue possibilità vocali, le propose di trasferirsi a Milano dove ottenne il primo contratto con la Emi. Lei accetta. Lui le fa da maestro. Si incapriccia a tal punto di lei che se ne innamora e la sposa. «Avevamo 33 anni di differenza. Sono andata a vivere a nord per lui. Per lui, e per lo studio. Milano mi ha insegnato moltissimo. Mi ha insegnato a rigare dritto. Al mattino vedevo la gente in metrò con la valigia. Correre. Lavorare. Portare a casa i risultati» • Maria rimane vedova all’età di 30 anni. Sola con il figlio Antonello, che all’epoca aveva due anni e mezzo. «Eravamo felici, ma quando me te l’aspetti il destino ti chiede il conto: mio marito si è ammalato di un male incurabile. Nel 2000 ci ha lasciati. Aveva solo 67 anni. Ma con un figlio piccolo una donna deve tirare fuori il meglio di sé, anche nel peggio. È quello che ho fatto, sono andata avanti, anche se è stato difficile, ma ce l’ho fatta: Antonello è cresciuto bene» • Lunga gavetta. Una certa popolarità acquisita nel 2008, quando Matteo Garrone la vuole in Gomorra, dove interpreta la madre di uno scissionista: «Quand’è uscito il libro di Saviano sono rimasta sorpresa dal suo coraggio. Poi Garrone mi ha chiesto un incontro per una parte, senza nemmeno fare il provino. Non mi sentivo all’altezza per quest’esordio ma lui mi ha coccolato dicendo che ce l’avremmo fatta, tant’è che non mi ha mai mostrato il copione, chiedendomi di recitare d’istinto. Durante i ciak non stavo bene con me stessa, perché giravamo dove accadeva dal vivo quanto scritto nel libro. Sul set c’era tensione, specie quando venivamo ospitati nelle case dei residenti di Scampìa. Ma anche allora Matteo è stato perfetto, spiegando che non voleva giudicarli. Ancora oggi non mi capacito della sua resistenza per una tale prova fisica e mentale» • Salto definitivo nel 2010, quando va a Sanremo. Il brano è Jammo jà, lei canta insieme a Nino D’Angelo. «Jammo jà guadagnammace ’o pane/ Nuie tenimmo ’o sudore int’ ’e mane/ E sapimmo cagnà/ Jammo jà e facimmo ampresso/ Sott’a st’Italia d’’o smog e d’’o stress/ Nuie simmo ‘e furbe ca s’hann’ ‘a fa’ fess». Scrive la Stampa: «Una lambadina spigliata ma impegnata, con il determinante apporto della voce neomelodica di Maria Nazionale, e con un sano senso del battere. Si cantano gli eterni guai di Napoli, imprigionata fra stereotipi e problemi contemporanei». Dice lei: «La mia preoccupazione era andare lì e fare una bella figura. Rimanere con i piedi per terra, cantare bene e stare bene con me stessa. E ci sono riuscita, perché mi sono divertita».
Amori Tre anni dopo la morte del marito, conobbe Francesco Sigillo, bassista e contrabbassista, dieci anni più giovane di lei. «Reinnamorarsi non è stato facile. L’ho fatto in punta di piedi. I primi tre-quattro anni ci sono andata piano. A poco a poco, ho imparato a rilassarmi».
Figli Dopo Antenello, Manuel. Tra i due ci sono vent’anni di differenza. «La differenza di età si è sentita. Quando ho avuto Antonello, sono dovuta crescere con lui. Con Manuel, no. Ero tranquilla, rilassata, sapevo cosa stavo facendo».
Figli/2 Ha provato a convincere il figlio Antonello a fare il musicista. Lui ha suonato il piano per cinque anni, la batteria per altri sei anni. Alla fine lui le ha detto: «Mamma, questo è quello che piace a te, non a me». È diventato cuoco.
Curiosità Alta 1 metro e 65 • Amante degli animali. «Ho 5 cani, 2 gatti e 15 galline in un pollaio» • «Non amo i cambiamenti. Nonostante io viva una vita sempre in viaggio, in realtà sono un’abitudinaria» • Dice che la nuova ondata di hip hop napoletano le piace • «Penso che i problemi di Napoli in realtà siano uguali a quelli del resto d’Italia. Certo, al Nord, c’è più organizzazione, mentre il Sud è un po’ più abbandonato a se stesso». Scherzando, aggiunge: «Farei una cosa. Porterei la gente del Nord giù a Napoli, a dirigere e organizzare tutto. Mentre i napoletani, li rieduchiamo a Milano».
Titoli di coda «La poesia, a Napoli, era espressione corrente, dialogante, la musica coinvolgente, perchè nasceva da una tradizione colta, quindi matura. Eppoi c’è l’immediatezza istintiva del popolo partenopeo. La canzone, insomma, non poteva che nascere qui» (Erio Tripodi, cit.).