Il Messaggero, 21 agosto 2024
Paura per un incendio sul traghetto per l’Elba. 300 persone evacuate
PIOMBINO Giù dagli scivoli d’emergenza in trecento. Non esattamente il principio di vacanza immaginato dai villeggianti diretti all’Isola d’Elba, in partenza ieri pomeriggio dal porto di Piombino. «La barca va a fuoco!», gridavano i passeggeri del traghetto “Corsica Express three”, saliti a bordo una mezz’ora prima e salpati dal porto da pochissimi minuti. Il panico è stato placato dalla vicinanza alla terraferma e dalla professionalità dell’equipaggio, che ha organizzato velocemente il salvataggio con una “procedura di maxi emergenza”.«Ma cosa sta succedendo?», si sente ripetere nei video registrati con i telefoni cellulari, voci spaventate che rendono conto dello smarrimento e della preoccupazione dei passeggeri. Sono le 15.15, un principio d’incendio si è appena sviluppato nella sala motori del traghetto appena partito. Nessuno però all’inizio si accorge di nulla, nonostante un odore acre si stia espandendo nelle sale interne. Lo scafo della compagnia Corsica Sardinia Ferries è diretto a Portoferraio: ha ufficialmente 274 passeggeri a bordo, a cui vanno aggiunti 29 membri dell’equipaggio.Dopo circa un quarto d’ora di viaggio il fumo comincia a uscire copiosamente dalla sala macchine. Il comandante viene avvisato, c’è un confronto via radio con la capitaneria. Si decide che non c’è altra soluzione che il ritorno in porto. «Nessun ferito a bordo», rassicurano subito dalla direzione marittima di Livorno, «il rogo è stato subito domato». La difficoltà, però, è stata quella di coordinare le operazioni per mettere in sicurezza i passeggeri. Operazioni che sono state ultimate solo tre ore più tardi, alle 18. L’incendio, infatti, ha determinato nel frattempo un’avaria ai comandi del portellone poppiero, che non è stato più possibile aprire una volta che il traghetto è rientrato a Piombino. Per questo è scattata la procedura di emergenza e si è dovuto pensare al piano di sbarco alternativo.Prima che la situazione potesse precipitare, dunque, sono state attivate tutte le procedure: fuori gli scivoli, tutti in coda per una discesa da brivido. Un passeggero è stato soccorso dal 118 per un attacco di panico, mentre un altro ha riportato piccole escoriazioni dovute alla discesa dallo scivolo: entrambi hanno rifiutato il ricovero. Al pronto soccorso di Piombino – hanno precisato fonti sanitarie – «è arrivata solo una donna con un’ustione da sfregamento sullo scivolo».
Sono decine le navi-traghetto che ogni giorno fanno la spola tra Piombino e l’isola d’Elba: centinaia di viaggi quotidiani – d’estate c’è il picco di frequenza – che durano tra i 40 minuti e un’ora e mezza. In altre occasioni, in passato, si sono registrate avarie e principi di incendio su scafi simili a quello coinvolto ieri, ma mai le operazioni di messa in sicurezza e di spegnimento delle fiamme erano state così problematiche. Lo testimonia l’intervento dei vigili del fuoco: il traghetto è di grandi dimensioni e proprio per l’impossibilità di aprire il portellone coloro che dovevano domare le fiamme hanno impiegato tre autoscale, tre squadre, due carri aria, l’elicottero Drago del reparto volo di Cecina e personale dei nuclei sommozzatori di Livorno e Grosseto. Dopo che sono sbarcati tutti i passeggeri è stato infine riaperto il portellone del garage e sono saliti a bordo gli uomini della capitaneria, assieme ai vigili del fuoco. Una volta ultimati i controlli di sicurezza sono state dunque fatte sbarcare le auto bloccate nel garage.
«L’incendio a bordo del traghetto a Piombino, con l’aiuto tempestivo dei soccorsi che ha evitato una strage, ci riporta con la memoria a quella notte dell’aprile 1991 quando invece 140 persone furono lasciate morire senza aiuto. Come membri della commissione d’inchiesta sul Moby Prince sentiamo tutto il peso della responsabilità di ricostruire la verità storica di una strage che ancora non ha colpevoli». È quanto riporta una nota dei deputati Pd in Commissione Moby Prince Simona Bonafè, Matteo Mauri e Andrea Casu.Giorgio Bernardini