Corriere della Sera, 20 agosto 2024
Il veliero affondato aveva un’albero record da 75 metri. A bordo sei suite extra-lusso
«Bayesian», il nome dell’imbarcazione affondata ieri a Palermo, probabilmente l’aveva scelto lo stesso tycoon britannico Mike Lynch. Il teorema di Bayes è alla base del successo dell’Autonomy, la società che aveva fondato e che gli aveva dato gloria, ricchezza e qualche guaio. La Bayesian era uscita nel 2008 dal cantiere di Viareggio della Perini Navi, frutto anche delle idee del neozelandese Ron Holland. Con i suoi 56 metri, una superficie velica di quasi 3.00o metri quadrati, era tra i 50 yacht a vela più grande al mondo. Barca da record, con un albero di 75 metri, come un palazzo di quindici piani, il secondo al mondo, il più alto in alluminio.
Larghezza di 11 metri, stazza lorda di 473 tonnellate e un pescaggio particolarmente profondo, quasi dieci metri, che le garantiva stabilità e velocità (fino a 15 nodi). Due motori diesel e serbatoio di carburante da 57.000 litri (al momento dell’affondamento ce ne sarebbero stati 18.000), le consentivano un’autonomia di 3.600 miglia nautiche. Doppio pozzetto a poppa e a prua, altra unicità rispetto a barche della stessa classe.
Uno spettacolo da fuori, una meraviglia all’interno: progettata per accogliere fino a 12 ospiti e 10 membri di equipaggio. Sei suite, una più ampia per l’armatore, tre doppie e due con letti gemelli. Interni minimali in stile giapponese, opera del designer francese Rémi Tassier. Ampio utilizzo del legno: abete sbiancato e sicomoro, fondo in teak. Di proprietà della Revtom Ltd (che fa capo ad Angela Bacares, moglie di Lynch) era gestita dalla società Camper &Nicholson.
Il teorema di Bayes rafforza la statistica permettendo di valutare la probabilità delle ipotesi. Ironia delle sorte, una tromba d’aria di quella forza nessuno a bordo della Bayesian l’aveva prevista.