Corriere della Sera, 20 agosto 2024
Intervista al generale Vannacci
PORTO ROTONDO (OLBIA) «Ora si sono inventati questa cosa che voglio fondare un mio partito, bah... Ma io sono fedele alla parola data a Matteo Salvini». Nella mitica piazzetta di Porto Rotondo, laddove ai tempi d’oro Silvio Berlusconi trionfava con bandana al fianco di Tony Blair, oggi c’è Roberto Vannacci che presenta il suo libro. Il generale, che ancora gongola per il mezzo milione di preferenze conquistato alle Europee, ordina un vino bianco («rigorosamente sardo, perché da qui viene il mio sangue: nonno Agostino Orlando, classe 1898, era della Maddalena e partecipò all’impresa di Fiume») e si lascia andare anche a una battuta: «L’altro giorno mi sono presentato come attivista eterosessuale», dice al tavolo a cui è arrivato anche Andrea Crippa, vicesegretario della Lega. Risate.
Generale Vannacci, di nuovo al centro dell’attenzione, tanto per cambiare...
«Quand’è che ne sono uscito?».
Lei però è abile a rimanere al centro.
«Io faccio poco e niente. Sono i giornali... (ride, ndr)».
Stavolta ci sono più segnali che fanno presupporre il lancio di un suo nuovo partito. Confessa? «Smentisco nella maniera più assoluta. Queste sono le persone che vogliono mettere zizzania tra me e la Lega. Quello che esiste è un movimento inizialmente culturale – Il mondo al contrario – che si sta ampliando, perché c’è sempre più gente che mi supporta: guardi questa piazza. Prima questo movimento seguiva un generale, poi uno scrittore, adesso segue un politico e sta quindi cambiando la propria ragione sociale».
Eppure c’è l’ex tenente colonnello Fabio Filomeni, suo fedelissimo («mio camerata», precisa Vannacci), che conferma, sottolineando però che «non sarà un golpe».
«Lui ha detto chiaramente che il movimento si trasformerà in un’associazione politica. Non sarà un partito, anche perché mancano le basi. Ma sarà un conglomerante di tutte quelle persone che sono tantissime e che farà bene al partito in cui mi troverò, che è la Lega».
Insomma: un «correntone Vannacci»? «È proprio un comitato che mette insieme tutti quelli che vedono in Vannacci un esponente di spicco della politica moderna. Io con la Lega condivido dei principi chiarissimi: sicurezza, sovranità, radici, famiglia e cultura».
Poi ci sono tanti altri suoi sostenitori che si stanno muovendo in più parti d’Italia. C’è Umberto Fusco, altro ex militare, che sta preparando il raduno di tutti i vannacciani d’Italia per metà settembre a Viterbo. Sarà un’occasione per contarvi?
«Fusco lavora con me già da tempo e nel Viterbese, dove ha molti contatti, sta portando avanti questa bellissima onda che si è creata alle Europee, per trasformarla in uno tsunami».
Quando ha sentito Salvini l’ultima volta? «Poco fa via messaggio. Io e lui ci sentiamo spesso. Ma siamo sintonizzati senza doverci sentire continuamente».
Nel Carroccio ci sono diversi che dicono «Vannacci non può usare la Lega come un taxi». Lei che dice?
«Se io avessi voluto un taxi avrei potuto usare tante altre realtà per candidarmi alle Europee. All’interno di una famiglia, avere persone che sono critiche è una risorsa. A Pontida sono stato acclamato da tanti leghisti sul “suolo sacro” della Lega. E il 6 ottobre ci tornerò. Tutti quelli che mi criticano non mi hanno mai conosciuto: invito loro a farlo, poi ne riparliamo».
Prima o poi prenderà la tessera del partito? «Vediamo. Anche questo è oggetto di riflessione».
Forza Italia spinge con forza per approvare lo ius scholae. E il Pd propone una solida sponda per trovare i voti. Lei che pensa?
«Sono assolutamente contrario. E soprattutto sono contrario allo ius soli. Per dirla con una battuta che circola online: se uno nasce in una scuderia non è un cavallo. Una cosa è l’accoglienza, un’altra è la cittadinanza. Per quale motivo una persona che viene da un Paese straniero dovrebbe ottenere la cittadinanza solo per averci studiato due anni?».
Il governo Meloni è al giro di boa dei due anni. Che voto dà?
«Questo esecutivo si fonda su un programma con tre riforme chiave: giustizia, premierato e Autonomia. Fin qui la strada è stata giusta. C’è bisogno di intervenire sulla sicurezza, perché la situazione è preoccupante. Poi ci sono le infrastrutture, ma il ministro Salvini sta inaugurando molte opere, specie quelle contro cui si sono schierati Verdi e ambientalisti».