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 2024  agosto 20 Martedì calendario

Il metallo giallo a 2.549 dollari l’oncia, su anche l’argento.


ROMA In attesa del vertice dei banchieri centrali di Jackson Hole e del discorso del presidente della Fed Jerome Powell, che pronuncerà venerdì, i mercati sembrano ora avere meno timori di una recessione negli Stati Uniti. Bene le Borse e anche l’oro, che in genere si muove in controtendenza, con Goldman Sachs che frena sui rischi di “atterraggio duro” dell’economia Usa dopo tanti anni di tassi sul dollaro ai massimi. Così ieri i mercati azionari europei e americani hanno chiuso in rialzo.
Passata la pausa estiva, le Borse ora stanno guardando all’autunno e attendono lumi dalle parole del presidente della banca centrale americana.
Un taglio dei tassi a settembre per la Fed è dato ormai per scontato alla luce del rallentamento dell’inflazione e dell’indebolimento del mercato del lavoro. Il consenso è per una sforbiciata di 25 punti base, anche se non si esclude la possibilità di un taglio dello 0,50%. Ad agitare la Banca centrale però non è il breve termine: la prova da superare è quella di delineare una strategia per i prossimi sei-nove mesi in un contesto caratterizzato da un’elevata incertezza con due guerre in corso e le elezioni presidenziali americane. All’interno della Federal Reserve c’è accordo sul fatto che sia arrivato il momento per una riduzione del costo del denaro, ma c’è chi vuole in ogni caso attendere perché il mercato del lavoro – pur avendo rallentato – non segnala una crisi imminente. Altri invece ritengono che un tasso di disoccupazione al 4,3%, come rilevato in luglio, sia una linea rossa da non superare e per questo è necessaria un’azione immediata. Ulteriori indicazioni sul dibattito interno alla Fed potrebbero arrivare dai verbali della riunione del 30 e 31 luglio, attesi domani. La posta in gioco per la Fed e Jerome Powell è elevata. Ora c’è il rischio di lasciare i tassi troppo alti troppo a lungo con l’effetto di far scivolare l’economia in recessione e mandare su tutte le furie il Congresso e gli stessi americani.
IL PASSAGGIO
E gli investitori per non sbagliarsi scelgono anche i beni rifugio. È il caso dell’oro, che ha viaggiato sui massimi storici toccati venerdì notte a 2.549 l’oncia, e anche dell’argento, salito dell’1,6% a quota 29,3 dollari. Sul fronte dell’energia, il petrolio – anche per il calo dei consumi in Cina – è sceso fino a due punti percentuali sotto i 74 dollari al barile, mentre il prezzo del gas ha concluso in frazionale rialzo a 39,8 euro al Megawattora. In generale la settimana è iniziata bene anche grazie a Goldman Sachs che ha ridotto la stima di probabilità di recessione negli Stati Uniti al 20%, dopo che a inizio agosto l’aveva alzata bruscamente dal 15% al 25%.