Il Messaggero, 20 agosto 2024
Palermo, il veliero dei magnati affonda per una tromba d’aria
Un morto di nazionalità canadese, un giovane cuoco. Sei dispersi britannici e americani, tutti esponenti dell’alta finanza e di un importante studio legale. In quindici salvati miracolosamente da un’altra imbarcazione. E una tromba d’aria del tutto anomala e inattesa, secondo molti espressione dei cambiamenti climatici e di un mar Mediterraneo sempre più caldo, che affonda un super yacht. Questa è la drammatica sintesi di quanto successo a un chilometro dalla costa siciliana, nel Palermitano.Sono le 4 del mattino quando iniziano le raffiche di vento fortissime che scuotono anche un veliero da 13 milioni di euro come il Bayesian, 56 metri, l’albero di alluminio più alto al mondo. Lo yacht è ancorato a un chilometro dalla costa, a Porticello, vicino a Palermo. Il comandante ha appena il tempo di lanciare un razzo in cielo per chiedere aiuto, distribuire i giubbotti di salvataggio e far salire su una scialuppa 15 dei 22 che erano a bordo tra equipaggio e passeggeri. Divorato dalla tromba d’aria, lo yacht si piega e affonda in rada a una profondità di 50 metri.LE LUCI«La barca era tutta illuminata, fino a poco prima c’era stata una festa. Verso le 4.30 del mattino non c’era più, divorata dal mare» dice un testimone. Per fortuna, lì vicino c’è un’altra imbarcazione olandese, la Sir Robert Bp: il capitano Karsten Borner e il resto dell’equipaggio intervengono immediatamente e portano in salvo i quindici che sono ammassati sulla scialuppa. Racconta Borner: «Sentivamo delle urla e con il tender abbiamo perlustrato la zona per diverso tempo, ma dopo avere salvato 15 persone non abbiamo più visto nessuno. Abbiamo soccorso anche una bimba piccola». In quindici arrivano a riva in salvo, in sette risultano dispersi. Dopo circa un’ora i sommozzatori dei vigili del fuoco e della guardia costiera si immergono e cominciano le ricerche. Viene trovato solo un corpo, quello del cuoco, Ricardo Thomas, di nazionalità canadese. Restano sei passeggeri ancora da trovare, le speranze di recuperarli in vita sono vicine allo zero. Tra di loro, c’è il proprietario dello yacht, il milionario inglese Myke Lynch, 59 anni, e la figlia Hannah, 18. La moglie, Angela Bacares, 57 anni, è tra i sopravvissuti. Nella lista dei dispersi anche l’amico di Lynch, Jonathan Bloomer, presidente di Morgan Stanley International, e Cristopher Morvillo, dello studio legale Clifford Chance che aveva difeso in un importante processo il magnate britannico, e la moglie Nada. Il vascello era arrivato da Milazzo e stava facendo un lungo viaggio in Sicilia, in cui Lynch aveva invitato la sua famiglia, ma anche i collaboratori della sua azienda e di uno studio legale per festeggiare l’assoluzione da un lungo processo che lo aveva visto come protagonista negli Stati Uniti e per il quale era rimasto un anno agli arresti domiciliari a San Francisco.Tra gli invitati c’era anche Charlotte Golunsky, 35 anni, che è riuscita a salvare la figlioletta Sofia di appena un anno. Racconta: «Siamo finiti in mare e per due secondi ho perso Sofia. Poi l’ho subito riabbracciata. L’ho tenuta forte, stretta a me, tra onde altissime. In tanti urlavano. Per fortuna si è gonfiata la scialuppa di salvataggio e siamo riusciti a salirci sopra». Con lei c’era anche il marito James Emsilie, di 35 anni. «In pochi minuti la barca è stata investita da una tromba d’aria e da un vento fortissimo, terribile. Non abbiamo avuto nemmeno il tempo di capire cosa stesse accadendo» aggiunge Charlotte. Come mai in sette non sono riusciti a salvarsi?James Catfield, comandante della Bayesian: «No, non l’abbiamo vista arrivare la tromba d’aria, abbiamo fatto il possibile». Tutto è stato improvviso, imprevedibile. La videocamera di un pub, davanti al porticciolo, alle 4.05 mostra un turbine di vento e pioggia. Spazzati via tavoli e sedie. Il vento ha rotto l’albero dello yacht di 75 metri, l’imbarcazione si è piegata, forse è entrata acqua dagli oblò ed è affondata. L’unico cadavere ritrovato era all’esterno, ma il sospetto è che gli altri sei siano ancora all’interno dell’imbarcazione, dove si trovavano magari spinti dalla paura o perché stavano dormendo. Lynch aveva una malattia ai polmoni – lo aveva raccontato lui stesso in una intervista – forse per questo motivo non si è salvato.Per i sommozzatori entrare nello yacht è difficile e pericoloso, si tratta di locali angusti. Per questo, nel tardo pomeriggio, sono giunti da Cagliari, Sassari e Roma gli specialisti, gli speleo sommozzatori dei vigili del fuoco. Le ricerche sono proseguite durante la notte. Anche i tentativi dall’alto, con gli elicotteri, per verificare se vi fossero cadaveri lontani dallo yacht non hanno dato risultati.TESTIMONITra i primi a intervenire ci sono stati anche i pescatori del posto, tutti rimasti impressionati dall’eccezionalità di quanto avvenuto, perché una tromba d’aria così potente e circoscritta ha pochi precedenti. Fabio Cefalù: «Verso le 4.35 siamo usciti in mare per prestare soccorso, ma abbiamo visto solo i resti della barca galleggiare. Non c’erano uomini in mare, tutto è stato tremendo». Un altro pescatore, Pietro Asciutto: «Ero a casa quando è arrivata la tromba d’aria. Ho subito chiuso tutte le finestre. Poi ho visto la barca, aveva un solo albero, era molto grande. L’ho vista affondare all’improvviso con i miei occhi». In quella parte di costa la competenza è della procura di Termini Imerese che ha aperto un’inchiesta per comprendere come mai un’imbarcazione all’avanguardia e ristrutturata nel 2020 sia affondata in così poco tempo.MISTEROBisognerà anche comprendere perché in 15 (tutto l’equipaggio escluso il cuoco, più una parte dei passeggeri) siano riusciti a salvarsi, mentre sette non siano saliti sulla scialuppa: forse i sei che ancora non si trovano sono morti, in trappola, all’interno dello yacht. La Bayesan era stata costruita dal cantiere Perini navi Viareggio nel febbraio 2008. Dal Regno Unito il Marine Accident Investigation Branch ha inviato una squadra di quattro ispettori per condurre una «valutazione preliminare» sull’affondamento della Bayesian che batteva bandiera britannica. Ricapitola il capitano di Corvetta, Danilo Murvana, della Capitaneria di porto di Palermo: «Tutto è cominciato con l’avvistamento del razzo rosso lanciato dalla Bayesan. Di lì sono cominciate le operazioni. Stiamo coordinando i soccorsi da Palermo, le unità in volo, visto che hanno partecipato anche Aeronautica, Guardia costiera e vigili del fuoco».Resta un’altra domanda a cui dare una risposta: quanto c’è di anomalo in una tromba d’aria di questo tipo? Gaetano Galvagna, presidente dell’Ars, l’Assemblea regionale siciliana: «Guardi, anche in assemblea regionale c’erano stati deputati che avevano sollevato il problema di queste trombe d’aria che stanno diventando molto frequenti. Non è la prima volta che capita. Avevamo approvato anche una mozione di indirizzo per realizzare un osservatorio». Galvagna è di Fratelli d’Italia, ma sull’osservatorio era in sintonia con il propositore, deputato regionale del Pd, Nello Di Pasquale, uomo di mare, che da tempo denuncia i rischi che si stanno correndo: «Si stanno susseguendo eventi ciclonici con maggiore forza. Si è riscaldato il mar Mediterraneo. Quando quattro anni fa ho detto queste cose in assemblea regionale, c’è stata una reazione scettica, si misero a ridere, ma purtroppo avevo ragione. L’osservatorio ora va attivato e in fretta».