il Fatto Quotidiano, 19 agosto 2024
La pazza estate di Nordio, l’annunciatore di riforme
Stare dietro agli annunci di Carlo Nordio è una fatica che può ambire a diventare sport olimpico. Il ministro della Giustizia procede a un ritmo frenetico, utilizzando ora interviste ora veline fatte filtrare dal dicastero. Di solito c’è un filo conduttore: la stragrande maggioranza di questi progetti, ahilui, muore nella culla per mano di uno o più partiti di maggioranza, che si affrettano a disconoscere i piani del Guardasigilli.
Le ultime 72 ore sono un perfetto modello di come funziona da oltre due anni. Ieri Nordio ha parlato al Corriere della Sera annunciando un piano svuota carceri (sarà il quinto o il sesto): stavolta la ricetta prevede di mandare ai domiciliari quei detenuti per i quali i giudici ritengono ci siano i requisiti, ma che al momento sono ancora bloccati in carcere perché non hanno un luogo dovo scontare la pena alternativa. Si tratta dunque di far partire dei bandi per ospitare questi detenuti, individuare le strutture e poi spedirli lì. Un gioco da ragazzi, ma diverso dal gioco da ragazzi di due giorni prima: venerdì dal ministero della Giustizia era filtrata infatti tutt’altra idea, ovvero un beneficio generalizzato per tutti i carcerati a cui è rimasto meno di un anno di detenzione, che sarebbero dovuti uscire dalle celle per finire ai domiciliari. La proposta è sopravvissuta per qualche minuto, giusto il tempo che da FdI il sottosegretario Andrea Delmastro leggesse del progetto Nordio, prendesse carta e penna e scrivesse a sua volta una nota per chiarire subito che la strada non era percorribile.
Questo modus operandi è ormai un’abitudine. Sempre sulle carceri è memorabile la fuga in avanti del ministro a fine giugno, quando annunciò in un colloquio col Sole 24 Ore di avere pronto un decreto da presentare in Cdm di lì a poche ore: passarono i giorni e pure i Cdm, ma niente… Il Guardasigilli aveva parlato troppo presto: nella maggioranza sul tema sono divisi, con FI che vorrebbe uno sconto di pena per tutti i detenuti condannati per reati non ostativi. Alla fine Nordio ha portato in Consiglio dei ministri un testo molto al ribasso, al punto che ancora oggi passa le giornate a ragionare su come correggerlo.
Cose che capitano e ricordano i continui solleciti di Nordio sulla revisione della legge Severino, cavalcati nell’ultima settimana anche da Forza Italia e rinvigoriti dall’inchiesta su Giovanni Toti. Anche qui c’è un problema. A luglio Fratelli d’Italia in Parlamento non ha votato l’ordine del giorno – sostenuto invece da Lega, FI e Pd – per salvare i sindaci condannati. Segno che il tema mal si presta all’annuncite del ministro, implacabile persino su un reato molto delicato, svuotato da Nordio (ma solo a mezzo stampa). Siamo nell’estate 2023 e l’ex pm, parlando a Libero, butta lì la necessità di “rimodulare” il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, considerato “evanescente”, un “ossimoro”, una “contraddizione”. Passa mezza giornata e il sottosegretario Alfredo Mantovano smentisce secco al Fatto: “Il reato di concorso esterno non è in discussione”.
C’è poi un’altra fattispecie del Nordio rinnegato. A volte, lo si è visto, lui annuncia e gli altri lo fermano al volo; altre volte il ministro rimanda e Palazzo Chigi invece esegue subito. È il caso della separazione delle carriere. L’11 maggio Nordio va al congresso dell’Associazione nazionale magistrati a Palermo. Trasferta complicata, visto il clima tra pm e governo. Sicché Nordio si presenta con fare missionario: la separazione delle carriere “è nel programma”, certo, ma “è un percorso sicuramente lungo perché prevede una revisione costituzionale”. Ripropone dunque un ragionamento circolato spesso in quei mesi e cioè che non convenisse accavallare una riforma costituzionale (le carriere separate) a un’altra (il premierato) già in corso d’approvazione. A ridosso delle Europee, però, Fratelli d’Italia porta a casa il primo sì al premierato e la Lega strappa l’approvazione dell’autonomia differenziata, ergo Forza Italia ha bisogno di una bandierina elettorale e così il 29 maggio arriva in Cdm la separazione delle carriere.
Tanto meglio per Nordio, una cosa di meno di cui occuparsi: tanto c’è una lunga lista di annunci che lo attende.