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 2024  agosto 19 Lunedì calendario

Biografia di Paetongtarn Shinawatra

PECHINO – Dopo il padre e la zia, tocca a lei. Ed è la premier più giovane che la Thailandia abbia mai avuto. «Sono onorata e felice. Era giunto il momento di fare qualcosa per il Paese e il partito», dice. Trentasette anni, Paetongtarn Shinawatra, rampolla della dinastia che anima e divide la vita politica thai da due decenni, è la nuova prima ministra di Bangkok. Nuova leader, stessa famiglia al potere. È infatti la terza degli Shinawatra (quarta se si considera il cognato del fondatore del clan) a ricoprire tale ruolo, dopo il padre Thaksin e la zia Yingluck, entrambi rovesciati da un colpo di Stato (il primo nel 2006, la seconda nel 2014). Precedenti non molto incoraggianti.«Non sono la migliore, né la più talentuosa, ma penso di avere una buona squadra», le prime parole ai giornalisti mentre le tremavano le mani per l’emozione. Dopo che mercoledì la Corte costituzionale ha destituito il suo compagno di partito Srettha Thavisin, il Parlamento ha scelto lei per la guida del Paese. Candidata dal Pheu Thai, che governa in una coalizione a undici non solidissima, Paetongtarn ha ottenuto 319 voti favorevoli, quasi due terzi della Camera. E ieri è stata formalmente investita della carica dal Re di Thailandia Maha Vajiralongkorn. Non avrà vita facile, però. Dovrà subito affrontare varie sfide, a partire dall’economia in crisi, ma anche tenere insieme la coalizione e fermare il calo dei consensi per il Pheu Thai, il partito di famiglia: che lo scorso anno arrivò secondo alle elezioni ma che – alleandosi con i partiti vicini ai militari – messi da parte i vecchi rancori si è assicurato la guida del Paese.Al capofamiglia, il miliardario Thaksin, è stato permesso di tornare in patria l’anno scorso dopo 15 anni di auto-esilio proprio come parte di un grande accordo con i suoi vecchi nemici conservatori (e sabato gli è stata anche concessa la grazia), che ora sono in coalizione con il Pheu Thai pur di non far governare i progressisti di Move Forward che le elezioni del 2023 le avevano vinte (ora il partito è stato sciolto dalla Corte Costituzionale). La caduta di Srettha dopo meno di un anno di mandato sarà però un chiaro promemoria del tipo di ostilità che Paetongtarn potrebbe affrontare, sostengono gli analisti. Una tregua, quella tra gli Shinawatra e le élite conservatrici vicine al Re e all’esercito, molto fragile. «È una grande scommessa per Thaksin. C’è la possibilità che la figlia fallisca e questo è un grosso rischio per l’intera dinastia», dice a Reuters il politologo Titipol Phakdeewanich. Il Pheu Thai non aveva molta altra scelta.Laurea in scienze politiche alla prestigiosa Università Chulalongkorn, si guadagnò le prime pagine dei giornali la prima volta a 17 anni quando andò a lavorare part-time da McDonald’s. Ha un master in gestione alberghiera all’Università del Surrey, in Inghilterra, e ha lavorato per alcuni anni proprio nel gruppo alberghiero Rende di proprietà della sua famiglia. Popolare sui social (679 mila follower su Instagram), dove condivide il suo stile di vita lussuoso e i momenti trascorsi con la famiglia, i due figli e il marito, Paetongtarn si è data alla politica tardi: nel 2021 è entrata nel Pheu Thai e lo scorso anno era una dei tre candidati premier del partito alle elezioni, facendo campagna mentre era incinta. Per i thailandesi rimane “la figlia di papà”. Qualunque cosa farà al governo, si presume che agisca sempre sotto le istruzioni del padre. Thaksin rimane una figura molto divisiva: popolarissimo negli anni Duemila soprattutto tra le comunità rurali, il populista che ha fatto fortuna nelle telecomunicazioni è stato a lungo la bestia nera dei generali.Tutti gli ultimi governi guidati dagli Shinawatra sono finiti prima del tempo: sentenze della Corte o golpe militari. Paetongtarn spera di non fare la stessa fine. Ma con la politica thai, turbolenta per usare un eufemismo, non si sa mai.