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 2024  agosto 19 Lunedì calendario

Coppola estradato in Italia dagli Emirati

ROMA L’arresto negli Emirati Arabi – il 6 dicembre scorso – era stato un primo segnale. Ora Danilo Coppola, l’immobiliarista della scalata ad Antonveneta, estradato da Abu Dhabi, è detenuto nel carcere di Mammagialla a Viterbo (peraltro in vetta alle classifiche delle strutture più affollate d’Italia). Spera di restarci poco: i suoi avvocati, i penalisti Francesco Caroleo Grimaldi e Pietro Pomanti, hanno pianificato per lui un’exit strategy che tenteranno di percorrere a breve scadenza. Prima chiederanno una consulenza medica di parte, quindi calcoleranno quanto ha scontato fino ad ora per capire se ci sono le condizioni per trascorrere nel proprio alloggio quel che resta della pena. Coppola potrebbe accedere, anche in virtù di patologie cardiovascolari, ai domiciliari. Da lì seguirebbe i procedimenti pendenti (alcuni anche nella capitale) e da lì si dedicherebbe alla propria difesa.
L’immobiliarista deve scontare oltre sei anni per la bancarotta di Porta Vittoria, società che, a Milano, avrebbe dovuto riqualificare l’area dell’omonima stazione ferroviaria e che finì travolta da un mare di debiti nel 2015. L’inchiesta dei finanzieri del nucleo di polizia Economico finanziaria, per la Procura milanese aveva documentato un passivo di circa 400 milioni di euro. Somme distratte e altre che avevano intrapreso corsie privilegiate in barba al fisco: Coppola era stato condannato definitivamente nel 2022. La notizia della sua condanna definitiva era stata accolta in modo piccato. E, con immutato dispetto, l’immobiliarista ha replicato ai finanzieri che, in collaborazione con Interpol e Scip, hanno proceduto all’ultimo arresto: «Di nuovo voi». Mai, in questo lasso di tempo, Coppola si è arreso. Ha sempre continuato a sfidare i giudici. «Me ne starò nascosto e posterò tutto, le carte dei processi, le informative fra Procure, le assurdità sui miei rapporti con la banda della Magliana» anticipava via Instagram.
Alti e bassi giudiziari avevano ispirato la narrazione delle proprie vicende. Ancora a metà dicembre, poco dopo l’arresto, in seguito alla scarcerazione Coppola postava una sua foto dall’aria decisamente soddisfatta, mentre – occhiali da sole e palme sullo sfondo – commentava la decisione delle autorità degli Emirati di rimetterlo in libertà. Mancavano le condizioni per trattenerlo secondo i giudici di Dubai. E l’estradizione in una prima fase era stata negata. A febbraio 2024 ecco un nuovo motivo per dare battaglia. La richiesta dei pm milanesi di una ulteriore condanna nei suoi confronti, stavolta per il crac Porta Vittoria bis dove era imputato assieme ad altri per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte più bancarotta fraudolenta per i fallimenti delle società Editori per la finanza, Epf comunicazione e Tikal srl delle quali era considerato amministratore e dominus di fatto. Alti e bassi si diceva. Fino alla fine della fuga, inaspettatamente ma, pare, definitivamente.
Soddisfazione da parte dal ministro della Giustizia Carlo Nordio: «Vorrei esprimere la mia gratitudine al ministro Al Nuaimi per l’intensa collaborazione sviluppata nell’ambito del trattato bilaterale di estradizione. Nessuna impunità per chi commette crimini in Italia e cerca rifugio all’estero».