Corriere della Sera, 19 agosto 2024
«Su Arianna mosse squallide, schema visto con Berlusconi»
Roma «Contro Arianna mosse squallide e disperate. Se fosse vero, dimostrerebbe solo che stiamo smontando un sistema che tiene in ostaggio il Paese». L’ipotesi di un complotto contro la sorella, Giorgia Meloni l’aveva letta ieri mattina in un titolone de Il Giornale: «Vogliono indagare Arianna Meloni per traffico di influenze». E in un retroscena di due pagine del direttore, Alessandro Sallusti, che paventava un complotto ordito, con il «metodo descritto da Luca Palamara», dall’«asse politica-giornali di sinistra-procure». Regista ipotetico Matteo Renzi che avrebbe indotto la deputata Iv Raffaella Paita e la senatrice Maria Elena Boschi a chiedere se corrispondessero al vero articoli che attribuivano alla sorella della premier un ruolo nella scelta delle nomine delle partecipate Fs e Rai. Notizie tutte smentite dalla stessa Arianna Meloni.
Così, dopo una giornata di solidarietà a valanga da FdI, di sarcasmo renziano, e prima di un faccia a faccia con Matteo Salvini, Giorgia Meloni è scesa in campo: «Se fosse vero che ora sono passati alla macchina del fango e alla costruzione a tavolino di teoremi per sperare in qualche inchiesta fantasiosa contro le persone a me più vicine, a partire da mia sorella Arianna, sarebbe gravissimo», ha detto all’Ansa. «Purtroppo reputo molto verosimile quanto scritto» ha specificato. Aggiungendo che «d’altronde, è uno schema visto e rivisto, soprattutto contro Silvio Berlusconi: un sistema di potere che usa ogni metodo e ogni sotterfugio pur di sconfiggere un nemico politico che vince nelle urne la competizione democratica». Ma, puntualizza: «Hanno setacciato la vita mia e di ogni persona a me vicina senza trovare nulla per attaccarci». Che ci sia un’indagine aperta su Arianna Meloni non c’è alcuna conferma. Sallusti lo deduce: «C’è un lavoro di cesello, ogni giorno un tassello – a volte confezionato come retroscena, altre come indiscrezione o come fonti che chiedono l’anonimato – per raccontare una Arianna indaffarata a fare e disfare le più delicate nomine di Stato, a piazzare amici e amiche», dice, citando il caso di Giuseppina Di Foggia, capo di Terna, descritta come sua amica ma secondo Arianna una sconosciuta. O il tentativo, mai esistito, di mandar via l’ad Fs e far entrare l’amica Sabrina De Filippis. Notizie, per Sallusti, mirate a «preparare il terreno per portare la magistratura a indagare» su di lei per traffico di influenze, reato che «data l’aleatoreità si presta alla mancanza di prove».
Respinge con forza l’accusa Raffaella Paita: «Più che complotti ci vedo inadeguatezza. Di fronte a una parlamentare che pone una domanda non si organizza una cosa così fuori dalle righe. Il garantismo per me è una fede. Ma continuerò a porre domande. Non sono abituata a farmi intimidire».
Il «sistema»
La leader: c’è un sistema che usa ogni mezzo per sconfiggere un nemico politico
Sarcastica la replica di Matteo Renzi: «Le sorelle Meloni vedono i fantasmi? In questa domenica di agosto ci tocca rispondere alle aggressioni di FdI e alle ansie da complotto della famiglia della premier. Vi immaginate? Io che organizzo complotti assieme ai giudici, io! Perché arrivi un avviso di garanzia a una delle sorelle della premier...».
Sostiene di credere alla ipotesi di Sallusti invece Donzelli (FdI): «Arianna non ha fatto niente di male. La sua colpa è solo di essere la sorella di Giorgia. Dall’inizio del governo giornali di sinistra l’hanno descritta come grande manovratrice delle nomine di governo, ma Arianna non si occupa di nomine». Secondo lui si sta «montando questo circo su Arianna nel tentativo di inquinare la democrazia, condizionare, indebolire e ricattare il governo». Una cospirazione di giornalisti, politici di sinistra e magistrati compiacenti per «creare», «non per accertare un ipotetico reato». Parla di «metodi delle cosche», Fabio Rampelli (FdI). Santanchè invita «a non cercare scorciatoie giudiziarie». E il viceministro Andrea Delmastro evidenzia come si sia «passato il segno associando la parolina “influenza” ad Arianna accusandola indirettamente di reato». Reputa «verosimile la volontà di azzoppare il governo con indagini penali», anche il leghista Andrea Crippa che sottolinea: «Troppe volte abbiamo visto ingerenze della magistratura». Enrico Costa (Azione) parla di «trailer di film già visto». Per Riccardo Magi di +Europa «Meloni usa l’attacco ad Arianna per il solito vittimismo stantio». Bonelli di Avs parla di «depistaggio» e lancia l’allarme: «La notizia vera non è Arianna, ma che Giorgia Meloni e Salvini si incontrano per spartirsi la Rai, non contenti di averla trasformata nell’istituto Luce, e le Fs messe ginocchio dalla disastrosa gestione Salvini».