Il Messaggero, 18 agosto 2024
Callas e Onassis
Poco dopo l’infortunio romano, la Callas volò negli Stati Uniti al Metropolitan di New York, dove fu, ampiamente risarcita da una platea, entusiasta dei suoi virtuosismi, nella Traviata, nella Lucia, nella Tosca. Il 19 dicembre 1958 si esibì a Parigi e fu un altro trionfo. La mattina del debutto ricevette in albergo un enorme, augurale mazzo di rose rosse, firmato Onassis che, dopo Venezia, non aveva più visto. Poche ore dopo, a mezzogiorno, se ne vide recapitare un secondo e la sera, prima di recarsi all’Opera, un terzo, con poche parole in greco, ma senza il nome del mittente. Maria, al settimo cielo, mostrò i fiori a Giambattista, che non fece commenti. Simili omaggi, del resto, non dovevano meravigliarlo né insospettirlo. Facevano parte della vita e della carriera di un artista, soprattutto se si chiamava Maria Callas.Qualche mese dopo, il 21 aprile, decimo anniversario del loro matrimonio, la soprano e il marito andarono a cena da Maxim’s. Al momento di tagliare la torta, Maria confessò agli amici riuniti per l’occasione: «Non potrei cantare se lui, Giambattista, non fosse presente. Se io sono la voce, lui è l’anima». In quel momento, forse, era sincera, ma i momenti passano, volano, e quando, alcune settimane dopo, incontrò Ari, nascose a fatica il proprio turbamento. Nessuno se ne accorse, o solo Onassis, che approfittò della circostanza un ballo, offerto da Wally Toscanini Castelbarco a Venezia per invitare i Meneghini sul Christina, il sontuoso yacht dell’armatore: una lunga crociera estiva in Grecia e in Turchia. Accettarono Maria con entusiasmo, Giambattista svogliatamente. Non era un uomo di mondo, fra la gente di mondo, si sentiva un pesce fuor d’acqua. Il 21 luglio raggiunsero Montecarlo dove il Christina era ormeggiato. L’indomani s’imbarcarono. Fra gli ospiti, il più illustre era l’ex premier britannico Winston Churchill, ormai 85enne, che salì a bordo con la moglie lady Clementine e il pappagallo Toby, chiuso in una gabbia. Della comitiva facevano parte la guardia del corpo dello statista, la sua infermiera, i figli di Onassis e altri amici. Scriverà nelle Memorie Meneghini, rievocando il viaggio: «Iniziò così la tragica avventura».Nonie Montague Browne, anche lei sul Christina, fu la prima a intercettare le occhiate d’intesa che Ari e Maria i scambiavano: «Quando salirono a bordo, sembravano due tortorelle». Ma come spesso capita gli innamorati, anche se cercano di nascondere i loro sentimenti, simulandoli o dissimulandoli, questi difficilmente sfuggono a chi sa coglierli e decifrarli. La Callas era già stata trafitta dai dardi di Cupido, ma forse non voleva ammetterlo nemmeno a se stessa. E, infatti, ripeteva al marito: «Loro (Onassis e i suoi potenti ospiti) hanno quello che hanno, ma io ho te, sempre, sempre».Tutto stando a Meneghini filò liscio fino al 7 agosto, quando successe quel che si dice l’irreparabile. Niente e nessuno avrebbe potuto scongiurarlo. Basta rileggere quello che Maria confiderà molti anni dopo a un intervistatore: «A Montecarlo rimasi molto impressionata dal fascino di Onassis, ma soprattutto dalla sua vigorosa personalità e dal suo modo di catturare l’attenzione generale. Non era soltanto pieno di vita: era una fonte di vita. Anche prima di avere l’occasione di parlargli da sola, cominciai a sentirmi stranamente rilassata». E quando una donna si sente “stranamente rilassata” da un uomo, quest’uomo può chiederle tutto. Aggiungerà: «Avevo trovato un amico come non ne avevo avuti mai; un amico di cui avevo un urgente bisogno».E quando una donna ha “urgente bisogno di un amico” ne è già in balia.