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 2024  agosto 17 Sabato calendario

Suicidio dopo essere stato licenziato per 280 euro, la collega al funerale: «Sfruttati e sacrificati». Il prete la interrompe: «Non siamo al sindacato»

Un funerale carico di rabbia e amarezza quello di P.M. 55 anni di Padova, che la scorsa settimana si è tolto la vita dopo aver perso il lavoro. La cerimonia, celebrata ieri, venerdì 16 agosto, nella chiesa di Pontelongo (Padova), ha vissuto un momento di forte tensione proprio sul finale, durante la lettura delle testimonianze di amici e colleghi. 

Si toglie la vita dopo 27 anni di lavoro
È successo quando Piera Meneghetti, compagna di lavoro e delegata della Cgil, è salita sul pulpito per ricordare a vittima ed è stata zittita dal parroco, don Carlo Pampalon, per aver menzionato il nome della ditta che l’aveva licenziato, la Metro. «Il tuo ricordo è legato ai momenti più belli e spensierati della nostra famiglia Metro – ha scandito Meneghetti – perché davvero eravamo una famiglia. L’azienda nei confronti di un dipendente diventa responsabile di quella vita e deve prendersi cura delle persone in quanto esseri umani che hanno bisogno di protezione, di sentirsi importanti e parte integrante di un sistema, piuttosto che risorse da sfruttare e sacrificare in nome del Dio denaro».
Il parroco interrompe la collega di lavoro: «Parli di lui»
A questo punto don Carlo l’ha interrotta: «Qui non siamo al sindacato, parli solo di lui, se vuole ricordarlo». Lei si è scusata e ha eliminato altri passaggi importanti della lettera all’amico, scritta insieme agli altri colleghi, come questo: «Hai subìto tanti torti nell’azienda che amavi e per cui lavoravi sempre con impegno e grande professionalità, affrontando tutto sempre a testa alta. Poi probabilmente qualcosa si è spezzato e non hai avuto più la forza di reagire». 

Incredula e rattristata per l’intervento del sacerdote, Meneghetti è stata subito raggiunta fuori dalla chiesa da una folla che, cercando di consolarla, ha espresso perplessità per l’accaduto. «Ti sei scusata, anche se non dovevi, lui meritava quel ricordo. Sappiamo tutti che senza il licenziamento sarebbe ancora tra noi», le hanno detto le colleghe. 

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L’uomo lavorava nella catena specializzata nel commercio all’ingrosso, a Marghera, e aveva ricevuto prima una contestazione disciplinare e poi la lettera di licenziamento con l’accusa di aver agevolato qualche cliente storico per le spese di trasporto della merce, procurando alla Metro una perdita di 280 euro. 

Una carriera durata 27 anni la sua e che, tra Padova, Pordenone e Marghera, non aveva mai registrato sbavature. Ma il licenziamento è arrivato lo stesso e la delusione è stata troppa.

«Era una persona buona forse anche troppo»
Un centinaio di persone si è stretta attorno al dolore della famiglia nell’ascolto di un’omelia che dall’inizio non ha mancato di sottolineare, seppur senza entrare nel dettaglio, l’importanza di un clima di reciproco sostegno tra colleghi e amici. 

«Era una persona buona – ha detto il parroco – forse anche troppo. Una vita dedicata al lavoro, ma che ha attraversato un momento di debolezza. Il mistero della morte è grande, allo stesso modo è grande il mistero di questa morte, che ora la famiglia chiede di rendere più chiaro. Se quest’uomo ha dato tanto alla nostra comunità e alle persone a lui care, forse l’aiuto è mancato altrove». 

Un silenzio toccante ma il minuto di applausi è arrivato dopo, in occasione della lettura lettera scritta dalle colleghe e amiche storiche, con le quali l’uomo ha condiviso anche le ultime confidenze in merito a quanto era accaduto in azienda. Una lettura scorrevole però bruscamente e inaspettatamente interrotta dal parroco stesso che, al momento della menzione del nome della ditta e di qualche passaggio a sua detta «fin troppo sindacale», ha messo il veto.

Al funerale presente anche il futuro capo nella nuova ditta
Al funerale erano presenti anche un ex responsabile del dipendente alla Metro e quello che sarebbe stato il suo futuro capo, dal momento che l’uomo aveva firmato un nuovo contratto con un’altra azienda, pochi giorni prima di togliersi la vita.