Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  agosto 17 Sabato calendario

L’invecchiamento accellera in due momenti, a 44 e a 60 anni

Quando è che si inizia a invecchiare? Secondo uno studio appena pubblicato dell’Università di Stanford non gradualmente, ma in due momenti precisi, due accelerazioni diciamo, due interruttori genetici di invecchiamento: a quarantaquattro e a sessant’anni. Questo almeno biologicamente, e vale per noi umani moderni che nell’ultimo secolo abbiamo triplicato la vita media grazie alla scienza. Perché poi alla fine l’invecchiamento, al di là di quello fisico, e finché si è vivi e in salute, è un fattore individuale.
Si diventa vecchi o meno a seconda di come siamo, delle nostre esperienze, quando sentiamo che la nostra vita è più dietro di noi che davanti, e non dipende dall’età.
Dipende, soprattutto, da ciò che sentiamo di aver perso sempre, persone, amori, voglia di raggiungere un obiettivo, e come scriveva Marcel Proust «i paradisi migliori sono quelli perduti». Io per esempio a cinquantatré anni mi sento vecchio da quando ho scritto tutte le opere che volevo scrivere, ma anche da quando ho perso mio padre, ma forse mi sentivo già vecchio a quindici anni: la vita mi sembrava troppo breve per essere vissuta, per questo sono diventato uno scrittore, per vivere il meno possibile.
Mia mamma, che ha passato gli ottanta, è molto più giovane e vitale di me, va anche in palestra tutti i giorni, e vorrebbe che ci andassi anche io, non capisce quanto io sia vecchio. Per cui mi batto da sempre affinché i vecchi siano rispettati, specialmente quando sono ancora giovani, non propriamente vecchi, perché hanno troppi anni di vecchiaia ancora da vivere.