Corriere della Sera, 17 agosto 2024
In morte di Gena Rowlands, attrice
Disse Gena Rowlands, la grande attrice americana scomparsa a 94 anni il 14 agosto nella sua casa in California, ritirando l’Oscar alla carriera nel 2016: «La fortuna dell’attore è che può vivere molte vite e cambiare molte personalità». Ma da tempo queste vite, la grande attrice sposata dall’aprile del 1954 con il regista che le ha dato onori e gloria, John Cassavetes, le aveva confuse nella memoria senile bacata dall’Alzheimer, come ha detto il figlio Nick che aveva diretto la madre proprio in un film sul tema. Assai bella, di buona famiglia del Wisconsin, nata nel 1930, padre deputato, l’amata attrice che aveva vinto 4 premi Emmy, 2 Golden Globe, un Orso d’oro a Berlino, dopo l’inizio a Broadway e in film come Solo sotto le stelle e Gli intoccabili, incontrando il giovane ribelle John aveva incontrato anche un altro cinema che praticava un realismo a tempo di jazz e trattava problemi come razzismo o bimbi disabili, indigesti nei ’60.
Negli anni ’70, protagonista di quasi tutti i dodici film del marito morto nell’89, Rowlands, con una sensibilità capace di esplorare con il copyright di un magnetismo speciale gli angoli nascosti della coscienza femminile e le battaglie con e/o contro gli uomini, marchiò col suo fascino, canalizzato al meglio, tormentate figure di donne in cerca di equilibrio, autonomia, con un’introspezione verticale, come una gastroscopia psicologica, degna di Ingmar Bergman. Eccola pupa del gangster che fugge con un ragazzino orfano in Gloria (Leone d’oro a Venezia), Una moglie, analisi di una donna mentalmente instabile, l’allegro Minnie e Moskowitz, l’eccezionale La sera della prima dove è un’attrice in crisi nel suo camerino, con citazioni di Eva contro Eva.
Diva amatissima da Almodóvar, che le dedicò Tutto su mia madre, Rowlands possedeva una bravura empatica rivolta a ogni singolo spettatore in sala, unendo il lato sociale a quello personale della realtà, anche per l’esperienza di una carriera iniziata in tv: partecipò a serie mitiche (Hitchcock, Dr. Kildare, Bonanza, Peyton Place) e al primo dramma sull’Aids, Una gelata precoce. Accanto alla carriera coniugale, giocata con attori complici di una grande famiglia (Ben Gazzara, Peter Falk, Seymour Cassel), caso unico di sintonia artistica e umana, Gena, che da anni si era ritirata, la si ricorda splendente in Un’altra donna di Woody Allen, dove ascolta per caso le parole dell’analista Mia Farrow: così Freud, assente in casa Cassavetes, rientrava dalla finestra di Woody.