Corriere della Sera, 17 agosto 2024
Matthew Perry, la droga e le ultime ore
Ucciso da tre dosi di ketamina. Si è fatta luce sulle ultime ore di Matthew Perry, la star di Friends. A provocarne la morte cinque persone, compresi due medici e l’assistente personale della star. Il procuratore Martin Estrada ha già annunciato l’arresto del dottor Salvador Plasencia e di Jasveen Sangha, detta «Ketamine Queen», sospettata di essere una spacciatrice. «La dipendenza è come una pistola sempre carica», diceva Matthew Perry. Ma nelle settimane che hanno preceduto la morte della star di Friends, avvenuta il 28 ottobre 2023 a Los Angeles, a caricare quella pistola sono stati almeno in cinque, compresi due medici e l’assistente personale della star.
È la tesi del procuratore Martin Estrada, che dopo mesi di indagini il 15 agosto ha annunciato l’arresto di due persone: il dottor Salvador Plasencia, accusato di aver procurato e somministrato ketamina a Perry, e Jasveen Sangha, detta «Ketamine Queen», sospettata di essere una spacciatrice. Altre tre persone, incriminate, hanno già patteggiato dopo essersi riconosciute colpevoli di diversi reati collegati con la morte dell’attore: tra loro un altro medico e Kenneth Iwamasa, assistente di Perry. Sarebbe stato proprio lui a fargli l’ultima, fatale iniezione: sostiene che l’attore gli avesse chiesto, quel giorno, «una dose forte». Poche ore dopo, Perry galleggiava senza vita nella sua vasca idromassaggio. Causa della morte: annegamento, provocato però – secondo l’autopsia – dalla perdita dei sensi indotta dagli stupefacenti. L’attore aveva assunto dosi smodate di ketamina, paragonabili a un’anestesia generale.
Nel 2023 Perry seguiva una terapia (legale) per la depressione che prevedeva anche iniezioni di quella sostanza, ma l’ultima seduta risaliva a dieci giorni prima. L’anestetico, inoltre, gli veniva somministrato solo sotto controllo medico, e in dosi più basse. Incompatibili con la sua morte, apparsa ben presto sospetta.
Nel maggio 2024, la procura ha aperto un’inchiesta per stabilire perché Perry avesse così tanta droga in circolo e come se la fosse procurata. Dopo mesi di indagini, decine di perquisizioni e numerosi sequestri di pc, telefoni e altri apparecchi elettronici, è emerso un quadro amaro: Perry avrebbe iniziato a fare uso ricreativo di ketamina, al di fuori del protocollo terapeutico, circa un mese prima di morire. Ben presto l’uso si sarebbe trasformato in abuso, spingendolo tra le braccia della «Ketamine Queen» e di medici disposti a somministrargli dosi sempre più elevate e pericolose: tra settembre e ottobre, Perry avrebbe speso, in droga, 55 mila dollari.
L’attore conosceva i suoi demoni. Li aveva combattuti più volte, anche negli anni di Friends. Tra alti e bassi, ricadute e periodi di sobrietà, aveva fatto i conti per tutta la vita con la dipendenza: lo aveva raccontato anche nella sua autobiografia. Conoscere il nemico però a volte non basta. Soprattutto se si incontrano persone «senza scrupoli», come le ha definite, in occasione degli arresti, la responsabile dell’agenzia Usa per il controllo degli stupefacenti, Anne Milgram.
La «Regina della ketamina», il dottor Plasencia e gli altri inquisiti «hanno approfittato della dipendenza di Perry per arricchirsi», ha detto il procuratore Estrada. «Sapevano che quello che facevano era sbagliato» ed erano consci del fatto che «la dipendenza di Perry stava diventando fuori controllo». Eppure hanno continuato a procurargli e somministrargli la droga, chiedendogli peraltro somme di denaro sproporzionate.
Nelle carte dell’inchiesta ci sono messaggi da cui trapela tutto il loro cinismo. «Mi chiedo quanto sarebbe disposto a pagare questo imbecille», si legge in uno di quelli inviati da Plasencia. Il medico, secondo gli inquirenti, il 12 ottobre avrebbe incontrato Perry in un parcheggio e gli avrebbe iniettato così tanta ketamina da lasciarlo incapace di muoversi e parlare per alcuni minuti. Eppure, quello stesso giorno gli ha procurato altre dosi. E ha poi spiegato all’assistente di Perry (privo di qualsivoglia training medico) come fare le iniezioni. L’attore se ne sarebbe fatte fare venti nei suoi ultimi quattro giorni di vita. Ben tre il 28 ottobre.
Sangha e Plasencia saranno processati in autunno. «Se vendi sostanze pericolose, ti riterremo responsabile delle morti che provocano», ha promesso il procuratore Estrada.