la Repubblica, 15 agosto 2024
L’amore tra Graham Greene e Catherine Walston
Nella primavera del 1948 Graham Greene si imbarcò sullo yacht di Alexander Korda, l’Elsewhere, per un viaggio lungo la costa italiana. Ebreo, nato Sándor László Kellner in Ungheria, Korda era stato candidato all’Oscar nel 1933 per un film, Le sei mogli di Enrico VIII che Greene aveva detestato. Divenuto produttore aveva fondato, insieme ai fratelli Vincent e Zoltan, un enorme studio nel Buckinghamshire, in Gran Bretagna, legato a Paramount. Nel quale, occasionalmente, venivano addestrate spie, per monitorare l’ascesa del nazismo in Germania. È probabile che anche questo avesse attirato Graham Greene, a sua volta al servizio di Sua Maestà nel MI6 per un periodo della sua vita, di certo Korda si ricordò dello scrittore inglese e della stroncatura e lo volle alle sue dipendenze.Gli chiese di scrivere un film per il regista Carol Reed, e Greene tirò fuori un appunto preso una sera su una busta, nel bagno di un pub di Piccadilly: «Avevo dato un ultimo addio a Harry la settimana prima, quando la sua bara scese nella terra gelata di febbraio, e fu dunque con incredulità che lo vidi passare sullo Strand, senza che mostrasse di riconoscermi, tra una folla di estranei». Sarebbe diventato uno dei film più belli della storia del cinema: Il terzo uomo. Ma la sceneggiatura languiva. Greene, incantato dalla vista dell’isola di Capri, un giorno disse ai compagni di barca: darei qualunque cosa per avere una villa lì. La mattina dopo, a colazione, trovò un mazzo di chiavi nel tovagliolo. Mi sono fatto portare a riva ieri sera, gli disse Korda, è una villa, è abbastanza carina, ed è tua. Adesso però tu dammi il resto della mia storia, per favore.A villa il Rosaio Greene trascorse molto tempo felice. Da solo e con una donna, bellissima, sposata a un ricco inglese, avventurosa, pilota di aerei e madre di sei figli. Anche se il padre di uno di loro, David era un amante di lei, e un altro, James, era figlio dell’amante del marito e di un altro uomo… Era questo il tipo di matrimonio nel quale si trovava Catherine Walston quando, nel 1946, conobbe Graham Greene. Il quale a sua volta era sposato con Vivien, aveva un numero incalcolabile di incontri sessuali e un’amante fissa: Dorothy Glover, autrice di libri per bambini. Era con lei quando, qualche anno prima, la sua casa di Londra fu colpita da una bomba. Il 7 settembre 1940 i tedeschi avevano iniziato a bombardare a tappeto la città. Greene passava le notti con Dorothy in un rifugio a Gower street e la mattina del 18 ottobre, tornando a casa, la trovò transennata. L’adulterio gli aveva salvato la vita ma fece infuriare la moglie che, rifugiata in campagna coi figli, lo credeva morto nel bombardamento.Quando scrisse Fine di una storia, Greene si ricordò di quella notte, e di quelle bombe. Ma la donna, Sarah Miles, quel meraviglioso personaggio di libertina ossessionata dal cattolicesimo, era senza alcun dubbio ispirata alla sua nuova, adorata, amante. Come dimostra la dedica del libro: a C. Nell’edizione americana divenne addirittura«a Catherine con amore», cosa che indispose parecchio il marito di lei.«Una ciocca di capelli ti sfiora gli occhi su un aeroplano che sorvola l’Anglia orientale e sei innamorato…» aveva scritto Greene in una lettera. Era un giorno del 1946 e dopo averlo accompagnato a visitare una casa vicino a Cambridge, Catherine si era offerta di riaccompagnarlo a Londra col suo aereo. Era stato quell’inizio (Il punto di partenza era il primo titolo scelto da Greene per il suo “grande romanzo di sesso” che divenne poi, paradossalmente, Fine di una storia ) di una storia che sarebbe durata più di dieci anni, durante la quale entrambi entrarono e uscirono da molte altre relazioni. Sempre restando, un po’ loro malgrado e un po’ per scelta, dentro i rispettivi matrimoni. Ci furono richieste di divorzio e dinieghi, ripensamenti e altri dinieghi.«Bisogna affrontare il fatto, cara, che a causa della mia natura, del mio egoismo, in una certa misura persino della mia professione, sarei sempre stato e per chiunque un pessimo marito», scrive Greene a Vivien, «con un carattere profondamente ostile alla vita domestica. Sfortunatamente la malattiaè anche il materiale di cui si è fatti. Curata la malattia, dubito che resterebbe lo scrittore». Di tutto questo dà conto la bellissima biografia Roulette russa. La vita e i tempi di Graham Greene, pubblicata da Sellerio (come tutti i libri dell’autore) e scritta da Richard Greene, che solo casualmente ha lo stesso cognome.A Capri Graham e Catherine sono una vera coppia, frequentano altri scrittori, diventano amici di Elizabeth Moor, una dottoressa austriaca che si occupava soprattutto dei poveri sull’isola e che 20 anni più tardi, nella sua autobiografia intitolata Una donna impossibile (Mondadori, 1978) racconterà la sua amicizia con Greene. A lei sembra essersi ispirato lo scrittore per il personaggio di zia Augusta del favoloso In viaggio con la zia. After two years è invece il titolo di una raccolta di poesie che Greene scrisse per Catherine e poi stampò in 25 copie con l’inventata Rosaio Press, dal nome del loro nido d’amore. Ma lei torna sempre dal marito e Greene per reazione parte sempre per qualche luogo del mondo sempre più lontano, dal Messico alla Malesia. Entrambi arrovellati dentro un cattolicesimo che somiglia più che altro a una nevrosi – come racconta la vicenda di Fine di una storia chenon vi rivelo per i fortunati che devono ancora leggerlo – ma con tentativi di risoluzione diverse. Mentre Greene, clamorosamente, dopo alcuni tentativi di suicidio decide di intraprendere un percorso di analisi con Eric Strauss, medico ebreo di origine austriaca a sua volta convertito al cattolicesimo, Catherine divenne l’amante di un sacerdote domenicano, Thomas Gilby. Greene si infuriò, non perché fosse un sacerdote ma perché Gilby era una suo amico. «Non riesco a estrarti dal mio cuore, è pieno di schegge di te. Dicono che un giorno una scheggia potrebbe uccidermi, ma nessuna scheggia può essere rimossa». Morì invece di anemia aplastica, una malattia del midollo osseo, molti anni dopo, il 2 aprile 1991. Catherine, nel 1978, a poco più di cinquant’anni, ancora sposata.