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 2024  agosto 15 Giovedì calendario

Biografia di Sophia Loren

È stata la più bella donna del cinema mondiale. È, forse per sempre, la più bella donna dello schermo, e io so di lei da quando è sfuggita all’Italia e ha scelto, con nazionalità francese, di andare per sempre a vivere in Svizzera, nell’antica parte della città di Ginevra, il posto silenzioso e rispettoso dove nessuno la ferma. Qui vive ormai da quasi vent’anni. La bella signora, perché il tempo non l’ha spenta, compirà tra poco qualcosa che non si può dire, le date che non si pronunciano, di quelle di cui si tace: 90 anni. E io mi azzardo a parlarne perché lo devo dire: di tutte le persone che nella mia lunghissima vita ho incontrato, questa, per sempre bella creatura che non si è perduta, nata povera e di stupefacente bellezza, ha lottato nella sua giovinezza per avere quello che allora era necessario per essere considerata a posto contro le crudeltà antiche che ti condannavano ad essere per sempre fuori.Erano gli anni ’40 e finiva la guerra, e già lei aveva capito che non poteva vivere da bastarda, con una bellissima madre, un padre che rifiutava di esserlo e una sorellina bella e ubbidiente, Maria. Lei riuscì a prendersi quel nome che era Scicolone, e volle che tutte insieme, mamma e due figlie, potessero vantarsene, quando ormai per la bellissima ventenne tutte le porte si aprivano.Negli anni ’50 divennero – lei e il suo compagno, Carlo Ponti – Pubblici Peccatori, da additare con orrore. Ma lei non poteva vivere da fuorilegge e non si perdonava, e dopo un finto matrimonio in Messico non riconosciuto dalla Chiesa, finalmente, convolò con il solo uomo della sua vita (di Cary Grant molto si dice, ma si sa che lui viveva da magnifico gentiluomo con un uomo).Sposati? Sì, finalmente sposati nel 1966, ma la storia non finisce qui. E i figli? Le persone sposate fanno figli e lei non poteva credere ai medici che le dicevano che a loro era meglio rinunciasse. Ah sì? Lei riuscì a conoscere il professor Hubert de Watteville, e muti tutti e due, lo convinse a occuparsi di lei. Eravamo tutti nella piazza di Ginevra dove sorge il grande ospedale, in attesa del miracolo, e Carlo Jr. nacque (oggi 55 anni, direttore d’orchestra con moglie ungherese violinista Andrea Meszaros, più due figli). Io ero a Budapest invitata nel bell’albergo anni ‘30 rimesso tutto a posto, e si aspettava Carlo jr, ormai grande, che si sposava. Nel grande e bel salone delle Feste, Carlo Ponti padre guardava impensierito le tavole del rinfresco che attendevano i felici sposi, e chiedeva pure a me chi avrebbe mai pagato quel conto. Non c’era più eccitazione, quando nello stesso ospedale di Ginevra è nato Edoardo, 51 anni, regista anche difilm della mamma (oltre che sceneggiatore e produttore), e con lui c’è sempre sua moglie e lei è Sasha Alexander, attrice e madre di due figli.Ecco, di tutte le persone che ho incontrato, talvolta amato, altre volte sopportato o anche detestato, quella cui mi sento più vicina è proprio lei Sofia, Sofia Loren: perché lei ha trascinato con sé i resti della guerra perduta e delle sue antiche miserie, vincendole quando erano ancora potenti. A noi oggi paiono strani, di altri secoli, eppure ai tempi di Sofia per esempio, si poteva venir cacciati dalla casa paterna se aspettavi un figlio senza essere sposata.Si poteva? Certo, altro che Queer all’anagrafe festeggiati sino a due anni fa. Forse per questo la Loren ha capito che i tempi cambiano ma non troppo. Adesso per esempio c’è la mail dei Profamiglia che sta proibendo di tutto: forse certe volte esagerano, ma per loro tutto è orribile inferno, e anche per la Loren ci sarebbe da pensare. Figli avuti da un uomo che prima era già sposato con mogli e figli? E visto che tutto torna ad essere peccato, saranno i 94 anni del povero Carlo Ponti a quella data defunto, dopo aver peccato fuori dalla fede, e pare che lui 38enne e lei sedicenne cadessero nel peccato e nessuno gli dice di stare zitto?Mi piace e mi piacerà sempre sentire Sofia Loren che mi racconta tanto di sé, e a giudicare i suoi tanti film non si preoccupa. Mi piacerebbe che mi ricordasse quello che mi ha detto nelle tante visite che le ho fatto senza chiederle nulla: giusto per entrare nel suo mondo, i figli, i nipoti, e pure i film di cui ricorda tutto, come una immensa vetrina in cui lei si è trovata circondata da tanto, vita e cinema intrecciati, senza possibilità di uscirne. Me lo ricordo. «Sono stata l’attrice italiana che ha fatto più film ad Hollywood, ma è vero, non erano un gran che. Ne salverei tre o quattro e non di più. Ma io non posso che ringraziare e imparare una lingua perché ha reso il mio nome internazionale. Ma il vero successo l’ho avuto coi film italiani, in quegli anni. Tra i ’50 e i ’60 eravamo forse il migliore cinema del mondo. Pensi che cosa ha significato per me, a 23 anni, arrivare a Hollywood e vedere in carne e ossa tutti i divi, quei volti e quei corpi che avevo davanti agli occhi, giganti, quando mi rifugiavo nei cinema di Pozzuoli. E poi da ragazza lavoravo nei fotoromanzi e facevo la comparsa, con mia madre in film come Quo Vadis». Così Sofia è diventataSophia. Insomma, bisogna che ce lo diciamo, e ricordiamo: lei è stata troppo bella perché si possano, oggi, per il passato o il futuro, fare i confronti. La bellezza ha questa maledizione: è crudele e non dura, non fa sconti, neppure a una donna meravigliosa come è stata, come è lei. Sofia si salva perché è una donna di grande intelligenza, e perché sa. Mi fa piacere ricordare un magnifico scrittore che le ha dedicato le sue pagine, Giuseppe Marotta: «Quelle gambe concrete e astratte, lunghe come la notte di Natale, quei fianchi torbidi e guizzanti come schiene di gatti; quell’iperbole di seno che ora la vanta e ora la denigra, che ora l’accompagna e ora s’invola, non proibitemi di chiamarlo un seno biblico, viaggiante, che pare simboleggi le migrazioni di Israele, gonfie d’avvenire».