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 2024  agosto 15 Giovedì calendario

Sospeso il rimpatrio degli orfani di Kiev, restano in Italia

C’è stata una svolta nelle ultime ore sul caso dei 57 orfani ucraini ospitati da due anni e mezzo in tre centri della Val D’Imagna, in provincia di Bergamo, e dei quali Kiev aveva chiesto il rimpatrio immediato. Dopo il parere negativo delle agenzie internazionali per la protezione dei minori, da Unhcr a Unicef, e dopo la richiesta di protezione internazionale presentata per 34 orfani dai loro tutori e tutrici italiani, il tribunale per i minori di Brescia ha deciso di sospendere temporaneamente il ritorno in patria, in attesa di ulteriori verifiche. Un gruppo di minori scappati a marzo del 2022 con i loro educatori da due orfanotrofi di Berdyansk, città sul Mar Nero, mentre avanzavano le truppe russe. Se non fossero riusciti a fuggire ed essere ospitati nei tre comuni della bergamasca, Pontida, Bedulita e Rota d’Imagna, è molto probabile che i 115 orfani accolti in Italia, metà dei quali è stata già rimpatriata, avrebbero ingrossato l’esercito deibambini rapiti dalle truppe di Putin. Con una corsa contro il tempo, visto che la partenza era fissata per il 16 agosto, sono state presentate le domande di protezione internazionale. E nonostante l’arrivo in Italia di un pool di psicologi inviati da Kiev per “gestire” il ritorno a casa deibambini, molti dei quali sono in cura negli ospedali di Bergamo per diverse e gravi patologie, la partenza è stata sospesa, così come chiedevano i sindaci, gli educatori italiani che hanno seguito i ragazzi e i loro tutori volontari. Gli interrogativi sono tanti e gravi: è giusto riportare dei minori in un paese in guerra, mentre in Italia sono al sicuro, curati, inseriti nelle scuole, pur mantenendo rapporti strettissimi con l’Ucraina?