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 2024  agosto 14 Mercoledì calendario

Esmeralda, morta a 2 anni investita da un’infermiera nel parcheggio dell’ospedale

Si chiamava Esmeralda Morgana Salkanovic ma, per tutti, era solo «Mimì». Due anni compiuti il 5 maggio, festeggiati con i fratellini di uno e tre anni, insieme ai genitori. «Era allegra e felice, con quella vitalità che hanno solo i bambini», racconta in lacrime chi la conosceva. Quella stessa energia con cui, l’altra mattina, all’ombra degli alberi al fondo del grande parcheggio dell’ospedale San Giovanni Bosco di Torino saltellava e giocava spensierata. Era lì perché, insieme a tutta la sua grande famiglia dei Salkanovic, doveva andare a fare visita allo zio materno, ricoverato per problemi cardiaci.Poco dopo le 13 una macchina che stava uscendo dal parcheggio ha travolto la piccola Mimì. Attimi di panico. Urla disperate. Tensione. La folla che accerchiava l’utilitaria. «Guidava una donna. Andava piano, ma poi, forse per l’agitazione ha accelerato», dirà un testimone. Al volante c’era un’infermiera che aveva appena finito il turno di lavoro. Dopo l’incidente, in completo stato di choc, è stata ricoverata.«Mimì» è stata subito portata in ospedale dove medici e infermieri le hanno prestato le prime cure. Che la situazione fosse disperata era evidente. Soprattutto perché la bimba ha avuto due arresti cardiaci nel giro di poco tempo. Uno di questi è durato più di un quarto d’ora. Quando è stata trasferita all’infantile Regina Margherita, i medici l’hanno monitorata per tutta la notte. Troppo gravi le ferite e le fratture riportate su quel corpicino. E così, ieri, poco dopo mezzogiorno il cuore di «Mimì» ha smesso di battere. Davanti al polo sanitario si sono radunati camper e auto di famigliari e parenti. Che, fino a tarda sera, si sono disperati nella camera mortuaria, presidiata da carabinieri e polizia. Una grande tensione culminata con l’aggressione a Maurizio Bosio, giornalista-reporter per La Stampa. I tre che l’hanno picchiato sarebbero già stati identificati. Adesso sarà un’inchiesta della procura, coordinata dal pm Davide Pretti, a chiarire la dinamica della tragedia. L’autopsia è stata ordinata ieri. Si inizierà dalla consulenza medico legale e forse ne verrà disposta un’altra, sempre di natura tecnica, per appurare le fasi dell’investimento. I rilievi sono stati fatti dagli agenti della polizia municipale che hanno anche sentito diversi testimoni. Il fascicolo aperto dalla procura è per omicidio stradale. L’unica indagata è proprio l’infermiera che, probabilmente senza accorgersene, perché non l’avrebbe vista, ha travolto la piccola Mimì. Spuntata all’improvviso, forse da dietro un camper, davanti alla macchina dell’infermiera che non ha avuto tempo di frenare. L’iscrizione del suo nome sul registro degli indagati è un atto dovuto, previsto dal codice penale. «Anche lei è una vittima di questa tragedia», dicono i colleghi.«Con gli adulti c’erano diversi bambini, che giocavano – racconta Alessandro Mandarà, barista, che lavora al chiosco-caffetteria davanti al polo sanitario -. A un certo punto è spuntata l’auto dell’infermiera. Si è immessa nella corsia verso l’uscita che sbuca in via Gottardo. L’andatura era lenta. Quando ha visto che l’asfalto era affollato, ha fatto cenno di spostarsi a chi c’era. Quasi tutti lo hanno fatto. Non la povera Esmeralda, che è stata centrata dall’auto». All’inizio si era diffusa la voce che mamma e bimba chiedessero l’elemosina agli automobilisti. Non era vero. Lo chiarisce l’avvocato della famiglia Salkanovic, Riccardo Magarelli: «La madre della bimba, Cristina Salkanovic non ha mai portato i figli in strada per chiedere l’elemosina. E non l’ha mai fatto nemmeno con Mimì. È stata indagata per furti, ma non ha mai portato con sé i bambini». Aggiunge: «Adesso è il momento del silenzio perché la famiglia sta vivendo un dolore straziante». Tra i testimoni del dolore che sta vivendo anche la 57enne che ha travolto la piccola c’è una sua collega: «La bambina giocava da sola, è spuntata davanti alla macchina all’improvviso. Era impossibile vederla, stiamo soffrendo tutti per quella bimba, ma anche per la nostra amica. Non auguriamo a nessuno di vivere quello che sta passando». —