la Repubblica, 14 agosto 2024
“Farfalle” maltrattate, ma per i pm non c’è reato
MILANO – Insulti, offese, umiliazioni. Atlete «controllate nell’alimentazione», «perquisite», «prese di mira». Una «lotteria» che, «a seconda degli umori o meglio dei malumori dell’allenatrice», finiva con l’infliggere «sofferenze psicologiche» che influivano sul «destino sportivo», come in un «rituale o prova di resistenza»: alcune ne uscivano vincenti, altre devastate.
Vero è che la procura di Monza chiede di archiviare l’inchiesta per maltrattamenti a carico delle allenatrici di ginnastica ritmica Emanuela Maccarani e Olga Tishina, un’indagine nata dalle denunce di due ex atlete delle Farfalle di Desio, Anna Basta e Nina Corradini. Ma le conclusioni delle 150 pagine firmate dalle pm Manuela Massenz e Cinzia Citterio, oltre a spiegare perché non è ragionevole prevedere una condanna, suonano come un atto d’accusa a un sistema gravato da una «assenza di formazione» sul rispetto degli atleti e di una «mancanza di strutture di controllo rigorose e indipendenti».
«Mai e poi mai avrei accompagnato una squadra olimpica se ci fosse stato un briciolo di verità rispetto a quanto accusato», ha detto Maccarani (“ammonita” dalla giustizia sportiva) dopo il bronzo delle Farfalle a Parigi. Nelle carte si parla del suo «ruolo di potere rivestito in ambito federale e del Coni». E si sviscera una «prassi» fatta di «durezza, mancanza di empatia, epiteti ingiuriosi, anche con riguardo alle caratteristiche fisiche, generalizzati verso tutte le atlete e a volte diretti verso quelle “prese di mira”». Le vittime della «lotteria». L’indagine, partita nel 2022, ricostruisce «insulti, pesature reiterate, umiliazioni e interventi diretti sul cibo durante la consumazione dei pasti». Fatti che «dovrebbero avere rilievo disciplinare e determinare l’allontanamento di figure prive di requisiti minimi di serietà professionale», scrivono i magistrati. Perché la richiesta di archiviazione? Per i pm «manca la ragionevole previsione di condanna», «la possibilità di descrivere l’abitualità delle condotte vessatorie per ciascuna delle ginnaste destinatarie dei comportamenti». E poi «a condotte analoghe sono derivate conseguenze diverse». Se l’ex campionessa del mondo Beatrice Tornatore ha subito «effetti devastanti», Alessia Maurelli, salita sul podio di Parigi, «non è disposta a riconoscere la gravità degli atteggiamenti, avendo continuato da vincente l’attività». Inoltre le «conseguenze psicologiche», per i pm, non sono attribuibili solo alla dt ma «all’inevitabile tensione» dovuta all’attività agonistica. Sull’archiviazione si esprimerà il gip. Giovanni Battista Frisoli, avvocato di Anna Basta, per ora si limita a dire: «Pessimo tempismo del pm nel notificare l’avviso alla vigilia di Ferragosto e a conclusione delle Olimpiadi. Sono mesi che attendiamo l’esito delle indagini».