Corriere della Sera, 13 agosto 2024
Intervista a Carlo Nordio
Ministro Nordio, si dice che lei sia diventato una brutta grana per Giorgia Meloni? «Lo leggo, ma è falso. Mai stata sintonia migliore. Come dimostrato nell’ultimo vertice a Palazzo Chigi. È un wishful thinking, pio desiderio di chi sa che, per la prima volta, faremo riforme radicali».
Ma la sua richiesta di incontro al presidente Mattarella non era condivisa.
«Altra fantasia. È stata concertata proprio in quell’incontro a Palazzo Chigi».
Farlo coincidere con il voto sul dl carceri non è stato uno sgarbo al Parlamento?
«Accusa bizzarra. Avevo presenziato a tutte le dichiarazioni di fiducia e anche votato. Per il giorno successivo la Presidente aveva, da tempo, fissato una riunione allargata proprio per dare un indirizzo operativo urgente per eliminare, o almeno ridurre, l’annoso problema del sovraffollamento. Ritenerlo uno sgarbo per noi è una buona notizia: l’opposizione non ha altri argomenti».
Vuol dire che anche i dissidi nella maggioranza sono fantasia?
«Da sempre abbiamo sensibilità lievemente diverse. Tutti sanno che sono stato voluto ministro da Giorgia Meloni pur avendo presieduto il comitato promotore dei referendum: inclusa l’abrogazione della legge Severino, cui FdI era contraria. Ma stiamo trovando serenamente una sintesi».
Promettendo a Forza Italia cosa?
«Non metterei un tema così complesso in termini quasi contrattualistici. E faccio presente che il referendum radicale sulla custodia cautelare è stato proposto anche dalla Lega. Comunque la necessità di una riforma sul tema è sentita da tutta la maggioranza».
Togliendo il rischio di reiterazione del reato per tutti gli incensurati, tranne quelli di mafia e terrorismo, come propone Costa di Azione? FdI non sembra d’accordo.
«L’onorevole Costa fa parte dell’opposizione ed è suo diritto proporre ciò che gli pare. Certamente essere incensurati di per sé non può costituire una limitazione. Ma un po’ tutta la materia va rivista».
Preparate uno scudo per i colletti bianchi?
«No. Ovviamente per i rapinatori, stupratori corrotti e autori di altri gravi reati la carcerazione preventiva rimarrà. Quello che conta è definire meglio i presupposti per la sua applicazione».
Ecco il punto. E come?
Gli amministratori
La carcerazione preventiva? Il pericolo
di reiterazione del reato
per un amministratore
non può essere desunto dal rimanere in carica
«A cominciare dal requisito della reiterazione del reato. Il pericolo non può essere desunto dal rimanere in carica dell’amministratore pubblico accusato di corruzione».
Avete abolito il reato di abuso di ufficio e ora si teme la procedura di infrazione Ue.
«Non è vero. Non siamo affatto fuori dalle regole. L’Ue dice “may”(si può) non “must” (si deve) avere quel reato. Lo abbiamo già chiarito. Tanto è vero che le raccomandazioni ricevute da Bruxelles non ne hanno fatto cenno e il presidente Mattarella l’ha firmato senza rilievi».
Palamara se ne avvarrà. Aveva ragione? Quel sistema da voi avversato, era lecito?
«Il sistema Palamara non è mai stato rivelato in tutta la sua complessità ed estensione, anche perché sia il Csm che la magistratura non hanno ascoltato le decine di testimoni, magistrati in pensione o ancora in servizio, che Palamara aveva indicato. Su questi esistono intercettazioni che sono state tenute riservate, mentre altre sono state lasciate filtrare. Se ora il dottor Palamara intende attivarsi con nuove iniziative, la decisione spetta a lui».
Nelle carceri intanto è caos e allarme suicidi. Il decreto è nato vecchio?
«No. Non è stato letto con attenzione. Alla Camera ho ascoltato affermazioni che confermavano questa carenza. In realtà contiene delle novità notevoli».
Quali?
«A cominciare dalla possibilità di esecuzione della pena in ambienti diversi dal carcere, come le comunità per tossicodipendenti. Poi sta ai magistrati decidere se mandarveli o meno. Ricordo che i detenuti non sono messi in prigione dal governo, ma dai giudici».
Ma non avete aumentato i detenuti aumentando i reati, a partire dai rave party?
«Altra mistificazione. Per quel nuovo reato non è mai stato incarcerato nessuno. Anzi. Non ne sono stati più organizzati, evitando incidenti che avrebbero provocato, quelli sì, altri arresti».
Roberto Giachetti, parlamentare di Italia viva, la denuncia per inerzia contro i suicidi in carcere.
«Stravaganza estiva. Mi sorprende che forze che hanno sempre auspicato una divisione tra politica e giustizia intendano portare davanti alla magistratura un problema eminentemente politico».
Ma contro il sovraffollamento cosa farà?
«Abbiamo dei progetti che vogliamo illustrare al capo dello Stato. Sarebbe irriguardoso anticiparli qui. Ma se mettiamo assieme la possibilità per i tossicodipendenti di andare in altre strutture, con quella di far tornare nel proprio Paese i detenuti stranieri, sulla quale stiamo lavorando notte e giorno, assieme alla Farnesina, possiamo arrivare a 15-20 mila detenuti in meno. Ecco risolto il sovraffollamento».