Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  agosto 13 Martedì calendario

Trump teme e riscopre le «fake»: Kamala ritocca i video dei comizi



New York
Notizie false per tornare al centro dell’attenzione dopo due settimane di digiuno e arginare l’entusiasmo nei confronti della rivale Kamala Harris. Secondo Donald Trump, la folla ai comizi della sua avversaria dem alle prossime elezioni presidenziali sarebbe finta. Tutto un trucco creato dall’IA, l’intelligenza artificiale. La neo candidata dell’asinello, che la prossima settimana a Chicago sarà ufficialmente insediata al posto di Joe Biden al vertice del ticket democratico, ha in effetti goduto di una partenza in discesa che ha irritato senza fine l’ex presidente Usa. Internet è esplosa di meme e video su di lei, i suoi incontri con gli elettori si sono trasformati in bagni di folla (12mila persone all’appuntamento di Las Vegas nel fine settimana), grandi e piccoli donatori hanno aperto il portafogli (oltre 12 milioni di dollari di dollari solo la notte scorsa) e i sondaggi l’hanno fotografata in vantaggio sul rivale repubblicano in almeno tre Stati chiave. Ieri, mentre Harris compariva sulla copertina del settimanale Time, sono emerse rilevazioni che la mostrano in forte aumento fra i latinos, gruppo demografico fondamentale nella corsa per la Casa Bianca, ma anche, per la prima volta dall’inizio della campagna elettorale, una maggiore fiducia da parte degli elettori nella gestione dell’economia. Per cementare il successo iniziale, ieri il partito democratico ha lanciato il suo primo blitz pubblicitario da quando la vicepresidente ha scelto il governatore del Minnesota Tim Walz come numero due. Si tratta di cartelloni in inglese e spagnolo nelle principali aree metropolitane degli Stati in bilico che presentano la candidata e il suo vice con la scritta «Fighting for you» (Combattendo per voi), accanto a Trump e a J.D. Vance con la frase «Out for themselves» (In gara per se stessi).
Nonostante il vento in poppa e l’invidia dell’avversario, però, è presto per trarre conclusioni sull’esito della gara. «Abbiamo avuto un paio di settimane veramente buone, ma abbiamo ancora molto lavoro da fare – ha ammesso Harris –. Non possiamo dare niente per scontato».
La strada, infatti, è ancora lunga. Come fa notare Time, la vicepresidente ha 90 giorni per trasformare lo slancio iniziale in un’operazione capace di battere Trump che per il momento ha ancora più probabilità di ottenere la vittoria e molte frecce da tirare per riprendersi la scena. La prima l’ha scoccata nella notte con un’intervista in diretta condotta da Elon Musk sulla propria piattaforma X. L’uomo più ricco del mondo, nonché appaltatore del governo federale Usa, finanzia il candidato repubblicano e sembra disposto ad offrirgli l’ex Twitter per aiutarlo a tornare alla Casa Bianca. Ancora prima dell’intervista, infatti, ieri Trump, è tornato a postare su X, dal quale era stato messo al bando: «Vogliono farmi tacere perché non permetterò mai che vi facciano tacere», ha scritto, prima di chiedere agli americani: «State meglio ora di quando ero presidente?».
Lui, i cui debiti continuano ad aumen-tare, di certo, stava meglio quando era presidente. Ieri infatti ha chiesto 100 milioni di dollari di risarcimento al dipartimento di Giustizia per il raid condotto dal Fbi due anni fa a Mar-a-Lago dove vennero trovati oltre 300 documenti che aveva portato via dalla Casa Bianca.