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 2024  agosto 12 Lunedì calendario

Panico a viale Mazzini

Panico a Viale Mazzini. Nel palazzo Rai in via di restauro – i lavori per togliere l’amianto cominceranno nel settembre 2025 e dureranno fino al 2028, se va bene – comincia a impazzare la voce, una volta tanto veritiera, che nella nuova sede dove la gran parte di funzionari e impiegati andrà ad alloggiare dall’anno prossimo domina l’open space e quindi: oddio! C’è il terrore tipico dell’animale da servizio pubblico continuamente impegnato a disegnare scenari, abbozzare trame, fare gossip nelle stanze e negli anfratti: e come faremo a inciuciare, senza farci vedere, nell’edificio nuovo tutto fatto di stanzoni e senza corridoi appartati, dove ci ripareremo per conversazioni radiotelevisivamente e politicamente piccanti, come praticheremo la specialità della casa – ovvero la chiacchiera del tipo: hai saputo che quel dirigente s’è venduto alla destra? No, in verità s’è venduto alla sinistra in previsione dell’andata al governo di Schlein che vince nel 2027 le elezioni. E quella che flirta con quello? E io che sono più bravo di lui, ma lui è più raccomandato di me? – senza che nessuno se ne accorga? 
Un problemaccio. Che riguarda l’edificio all’angolo della Cristoforo Colombo, in via Alessandro Severo, dove prima c’era Wind e dove traslocherà temporaneamente – ma non c’è nulla di più definitivo del provvisorio in Italia – il corpaccio Rai rivoluzionando così la geopolitica romana che ha sempre visto il potere tivvù alloggiato a Prati e non verso l’Eur in quella area remota che fa dire ai romanordari «hic sunt leones». Ma non c’è solo la Colombo nel futuro prossimo della Rai. 
La nuova topografia 
C’è che l’azienda, proprio a causa dei lavori a Mazzini che non saranno facili perché va smontato e rismontato il celebre edificio del cavallo morente, sarà topograficamente tripartita e sparpagliata. Ovvero: 800 dipendenti nell’edificio ex Wind; i super top che governano l’azienda prenderanno posto insieme ai rispettivi staff nel palazzo storico della radio a via Asiago (sempre Prati) e l’intero primo piano sarà per gli uffici di Roberto Sergio (ora è sia ad sia presidente del Cda e poi chissà), di Giampaolo Rossi (ora dg in predicato di diventare ad) e del presidente o della presidente che succederà a Marinella Soldi appena andata via; i direttori di genere, con le loro strutture, saranno ospitati nel centro di produzione di via Teulada, da dove sta per traslocare RaiWay, in cui ci sono gli studi televisivi ed essendo poco distante da via Asiago è una location che consentirà un rapporto lavorativo di vicinanza tra i responsabili dei programmi e i vertici del management. 
La Rai tripartita è una svolta epocale. Che non durerà poco. E la questione open space è accattivante. Non solo perché, come dice un alto dirigente dell’azienda, «per spettegolare, in molti dovranno darsi appuntamento in bagno sennò si finisce per essere scoperti e svelati», in un gioco al massacro di tutti contro tutti che esiste da sempre e in cui nessuno in realtà si fa mai male (si tratta pur sempre di uomini e donne di mondo, per lo più prataiolo). Ma anche perché, essendo le stanze vere e proprie soltanto 70 nel nuovo edificio ex Wind sulla Colombo, ci sarà un via vai così concepito e già in parte praticato nel post-Covid e in regime di smart working a Mazzini: ognuno la sera per il giorno dopo prenota on line la sua postazione che varia di continuo (impossibile attaccare alle pareti le foto dei figli) ma ognuno avrà diritto, forse anche i traslocandi a Teulada, a una cassettina dove lasciare la tastiera, il mouse, la carta e le penne. 
Nostalgia
Tutto cambierà insomma: sia i luoghi sia i modi per gli esiliati da Viale Mazzini. E si prevede tanta nostalgia. Ah, quanto si stava bene a chiacchierare di nomine e di palinsesti da Vanni o da Settembrini (ora Achilli) o alla trattoria di Dante. Ma soprattutto: finora ci si è fatto vanto, tra colleghi del servizio pubblico, di cose così: ho appena incontrato Rossi che mi ha parlato bene di te; ho incrociato per caso da Irma a piazza Bainsizza il direttore del Day Time Angelo Mellone e mi pareva rabbuiato, forse non diventa boss anche del Prime Time? Da Madelaine ho intravisto un summit di quelli dell’Approfondimento, novità in vista? Tutto ciò, il contatto fisico o almeno visivo con i generali, quando le truppe saranno accampate lontano dalla plancia di comando – quanti chilometri separano Colombo da Asiago? – sarà un esercizio quasi impossibile. E che peccato.