la Repubblica, 13 agosto 2024
Claudia Caramanna, la procuratrice per i minorenni di Palermo è stata minacciata. Da mesi sta combattendo una battaglia per salvare i figli dei mafiosi e dei trafficanti di droga da un destino già scritto
PALERMO – Questa volta, il messaggio l’hanno scritto chiaro e diretto, dopo una croce minacciosa: «Devi smetterla di occuparti dei figli degli altri». E il foglio l’hanno recapitato direttamente sulla scrivania del magistrato, Claudia Caramanna, la procuratrice per i minorenni di Palermo che da mesi sta combattendo una battaglia importante, assieme ai pubblici ministeri del suo ufficio, per salvare i figli dei mafiosi e dei trafficanti di droga da un destino già scritto. I ragazzi vengono avviati a iniziative organizzate da Libera, i genitori sono chiamati a rendere conto delle loro attività, nei casi più gravi viene chiesto al tribunale l’allontanamento dei figli.Un’iniziativa senza precedenti a Palermo, sulla scia di quanto fatto a Reggio Calabria e a Catania dal giudice Roberto Di Bella col protocollo “Liberi di scegliere”. Un anno e mezzo fa, la stanza della procuratrice Caramanna fu messa a soqquadro, adesso il foglio con le minacce è stato lasciato addirittura dentro un fascicolo d’ufficio. Il comitato per l’ordine e la sicurezza, presieduto dal prefetto Massimo Mariani, ha già deciso un rafforzamento della scorta per la magistrata, mentre sono stati intensificati i controlli nel palazzo della giustizia minorile, che si trova all’interno dell’Istituto penale“Malaspina”. Il foglio con le minacce è stato trovato il 5 agosto scorso, in giorni davvero particolari: nel palazzo dove hanno sede procura e tribunale per i minorenni sono state girate alcune scene del film di Ricky Tognazzi e Simona Izzo dedicato a Francesca Morvillo, che fu sostituto procuratore in quegli uffici per 17 anni. Il set ha comportato un gran via vai nei corridoi del palazzo, qualcuno potrebbe essersi intrufolato. Di sicuro, in quei giorni, la procuratrice Caramanna si era spostata in un’altra stanza, portando con sé alcuni fascicoli. In uno di questi è stata lasciata la lettera di minacce. Ora, la procura di Caltanissetta, diretta da Salvatore De Luca, ha disposto una serie di analisi sul foglio sequestrato, affidate ai carabinieri del Ris. Altre analisi erano già state fatte al momento del sopralluogo, nelle stanze della procura.Già da mesi c’è grande fibrillazione nell’universo criminale per le iniziative della procura per i minorenni di Palermo. E nella periferia dello Sperone si è mosso persino un sacerdote, per protestare. Claudia Caramanna non si è arresa, è andata a incontrare il prete in parrocchia, per spiegare il percorso intrapreso. L’allontanamento dei ragazzi dalle loro famiglie resta una misura estrema, le iniziative della procura per i minorenni servono soprattutto ad accendere i riflettori su alcune famiglie in particolare. Allo Sperone, periferia ghetto di Palermo, la procuratrice Caramanna e i suoi sostituti hanno chiesto 50 provvedimenti dopo un maxiblitz antidroga dei carabinieri: alcune telecamere nascoste avevano mostrato i bambini accanto agli adulti che preparavano le dosi di droga o contavano banconote. Scene drammatiche apparse nuovamente nel corso di indagini fatte in altri quartieri di Palermo.Nella città dove i con sumatori di droga hanno anche dieci-dodici anni, la procura per i minorenni si trova a operare davvero in una difficile frontiera. Peraltro con risorse limitate. Con la procuratrice sono in sei i magistrati chiamati ad occupasi di un distretto molto ampio, che da Palermo va a Trapani, ad Agrigento. Mentre i reati commessi dai minorenni aumentano e i clan reclutano manovalanza. Trasmettendo di padre in figlio, di nonno in nipote, i segreti che oggi rappresentano la vera forza dell’organizzazione mafiosa. Ecco perché il lavoro della procura per i minorenni diretta da Claudia Caramanna dà così fastidio. Boss e trafficanti non sopportano di perdere gli eredi.