Estratto dell’articolo di Luca Monticelli per “la Stampa”, 12 agosto 2024
MENO SBARCHI E PIU’ MORTI IN MARE – DALL’INIZIO DELL’ANNO I MIGRANTI ARRIVATI IN ITALIA SONO STATI 35.725, IN DIMINUZIONE DEL 62% RISPETTO AL 2023 – AL PRIMO POSTO I BENGALESI (7.615) IN FUGA DALLE RIVOLTE, SEGUITI DA SIRIANI (5.725) E TUNISINI (4.747) – PER IL VIMINALE GLI ACCORDI CON I PAESI DEL NORD AFRICA STANNO FUNZIONANDO NEL BLOCCARE LE PARTENZE DA LIBIA E TUNISIA – MA L’ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE PER LE MIGRAZIONI DELL’ONU LANCIA L'ALLARME SUI DECESSI... -
Soldi in cambio del blocco delle partenze dei migranti, con ricadute sui diritti umani di chi scappa da fame e guerre tutte da valutare. Il "modello Tunisia", messo a punto dal governo di centrodestra, che prevede aiuti economici alle autorità del Nord Africa sanciti da protocolli d'intesa ad hoc, consente al Viminale di dire che la cura Piantedosi-Meloni funziona.
Le rotte dei disperati nel Mediterraneo stanno cambiando, sostengono fonti di governo, sempre più donne e uomini si mettono in viaggio in direzione di Spagna e Grecia. Ma in realtà il trend verso Est ed Ovest sembra temporaneo, e si è verificato solo nei primi mesi dell'anno. Le rotte nel Mediterraneo centrale restano le più pericolose e le vittime nel 2024 sono già più di mille. L'Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni) lancia l'allarme: «Salvare vite umane non è più la priorità».
Gli ultimi dati del Viminale, aggiornati al 9 agosto, attestano l'arrivo di 35.725 migranti sbarcati in Italia, in diminuzione del 62% rispetto al 2023, quando nei primi sette mesi si contavano 94.009 stranieri approdati. Un trend in calo anche sul 2022 che segnò 44.951 sbarcati al 9 agosto.
Rispetto alle nazionalità delle persone che giungono in Italia, quella più corposa riguarda i bengalesi (7.615), seguita da siriani (5.725) e tunisini (4.747). Il Viminale ha acceso un faro proprio sulla rotta che parte dal Bangladesh passa per l'Egitto e conduce in Italia. A seguito della crisi politica a Dacca, si teme un aumento dei flussi da quel territorio, anche se l'ex premio Nobel Muhammad Yunus ha appena giurato da premier con l'auspicio di una stabilizzazione dell'area. [...]
Il Viminale sostiene che nei primi sette mesi del 2024 sono state bloccate 58.578 partenze in Libia e Tunisia e quasi 9 mila sono stati i rimpatri assistiti. Secondo il consorzio di giornalisti investigativi Lighthouse Reports – che comprende, tra gli altri, Washington post, Der Spiegel, Le Monde, El Pais – in Tunisia i migranti diretti in Europa «vengono fermati in base al colore della pelle, caricati su autobus e condotti in zone desertiche senza acqua né cibo; altri vengono torturati e venduti per ottenere un riscatto».[...]
Nel centrodestra si sottolinea con grande enfasi l'incremento dei flussi migratori verso Ovest e verso Est. La Spagna, nei primi cinque mesi del 2024, registra aumenti di sbarchi via mare del 152%, la Grecia del 222%. Si tratta comunque di numeri limitati, coinvolgono meno di diecimila persone. In Spagna la crescita degli sbarchi riguarda le Canarie, ma è già rientrata, probabilmente la crisi si è risolta dopo le elezioni in Senegal.
Flavio Di Giacomo, portavoce dell'Oim, l'Organizzazione per le migrazioni della Nazioni Unite, ricorda che lo scorso anno i naufragi di barconi partiti da Tripolitania e Tunisia hanno provocato 1.500 morti, quest'anno sono già 1.021, una media di cinque morti al giorno. «Le vittime non calano come gli sbarchi – spiega – questo vuol dire che adesso è più pericoloso navigare in direzione dell'Italia, mancano i pattugliamenti e non si fa abbastanza per salvare le vite in mare».