Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  agosto 12 Lunedì calendario

Cortina sventrata per i Giochi

Salite a Cortina, ammirate la Tofana di Rozes e il Faloria, immergetevi nei prati scintillanti e in ciò che resta del bosco di Ronco sventrato dalla pista da bob, aspettatevi tutte le bellezze del mondo, ma scordatevi la tregua olimpica. In un pullulare di cantieri, voragini in pieno centro, gru alte come grattacieli, staccionate per lavori in corso, betoniere in transito e ingorghi stradali, il sindaco Gianluca Lorenzi annuncia pomposamente: “Come sempre ad agosto, le attività rumorose dei cantieri saranno sospese per garantire tranquillità ai residenti e ai turisti…”. Pensiero gentile, vip e villeggianti ringraziano, “… ma questa pausa estiva non interesserà i cantieri legati ai progetti olimpici”.
LEGGI – Cortina, 231 mln per la stazione (senza treni però)
Vai con le ruspe, i martelli pneumatici, lo scavo del suolo, perché il grande show dei Giochi invernali Milano-Cortina 2026 non può attendere, anzi è sempre più (pericolosamente) vicino. E così non vanno fermate non solo le opere strettamente necessarie alle gare, ma anche quelle di appalti pubblici e privati di contorno. Praticamente, quasi tutto. L’hotel Bellevue, l’ultimo in ordine di tempo, è andato giù fragorosamente alcuni giorni fa. Dovrà essere rifatto completamente e non è detto che ce la facciano in un anno e mezzo.
Il grande affanno di Cortina è una cartolina di mezza estate che ritrae la politica eternamente in ritardo e gli speculatori pronti ad arraffare metri quadrati di terreno dal valore incalcolabile, per costruire cubature e garage sotterranei che renderanno come slot machines. Il colpo d’occhio è impressionante, non c’è angolo del centro che si salvi dai lavori in corso. “Disorganizzazione, trascuratezza, improvvisazione. A Cortina il caos regna sovrano” scrive il Comitato Civico che ha dato alle stampe un’edizione straordinaria (finanziata dai cittadini) di Voci di Cortina, il periodico graffiante che non risparmia critiche al potere, con i suoi progetti misteriosi e incuranti della gente.
“Cortina, cosa ti stanno facendo? Stanno mettendo le mani dappertutto e nessuno sa cosa vogliono fare. Anzi, lo sanno il sindaco, gli assessori e alcuni privati con i loro capitali, a cui l’amministrazione dice sempre di sì, tenendo ben nascoste le loro intenzioni” spiega Marina Menardi, direttrice del giornale e animatrice della protesta che si è opposta alla nuova pista da bob, la cui costruzione rimane un azzardo e una corsa contro il tempo. Dev’essere collaudata a metà marzo 2025, ma dopo sei mesi di lavori è realizzata solo per il 25%, come ha ammesso Fabio Saldini, amministratore delegato di Infrastrutture Milano Cortina 2026, equivalenti al 38% delle opere necessarie alla pre-omologazione.
La pista è stata fortissimamente voluta dal ministro Salvini e dal governatore veneto Zaia, nonostante due aste deserte e un costo di 125 milioni di euro per uno sport di nicchia. Se la pista non sarà finita, si dovrà andare all’estero e la figuraccia sarà planetaria. Infatti, la Corte dei Conti ha già acceso un faro. Ma questo è solo uno dei tanti aspetti di una Cortina sconvolta, sotto l’ombrello protettivo delle leggi che hanno dato pieni poteri (procedure, valutazioni ambientali…) ai signori delle Olimpiadi.
Ci sono innanzitutto una decina di cantieri per i Giochi. La pista “Eugenio Monti”, è stata affidata solo a febbraio alla Pizzarotti di Parma. Il villaggio sorto a Socol per 112 operai, ma ne servono almeno 200 per finire i lavori a Ronco, dove un tempo sorgevano centinaia di larici secolari. Il Palaghiaccio è in ristrutturazione (12 milioni), il trampolino di Zuel (Olimpiadi 1956) dovrà essere rimesso a nuovo, ma solo per diventare un museo (altri 10 milioni). Le piste per le discese femminili sono già state sistemate per i Mondiali 2021, con un’eredità sconfortante di aree sventrate. Appena pubblicato il bando per il villaggio olimpico, a Fiames, con una spesa di 39 milioni a fondo perduto, per 1.600 persone.
I cantieri virtuali riguardano strade e varianti: quella di Longarone e i tre lotti per attraversare Cortina (un miliardo, non completamente stanziato) che nessuno si illude possano partire prima delle Olimpiadi. L’ultimo impianto della discordia è il collegamento dal parcheggio Apollonio fino a Socrepes, con una cabinovia da 128 milioni, di cui 96 del gruppo privato Pool Engineering, 7 della Regione Veneto e 25 dello Stato. Servirebbe per portare sciatori e spettatori in quota, ma i piloni devono sorgere in parte sul “vasto movimento franoso localizzato nell’area di Mortisa”, come indicato da alcuni preoccupatissimi documenti del Comitato tecnico regionale Via.
Le mani su Cortina le mettono anche i privati. Contestatissimo il cantiere per rifare l’area dell’ex Stazione, con il Comune che cederà volumi e aree a una società. Roberta De Zanna, consigliere comunale: “Ben 2.636 cittadini hanno firmato una petizione e finanziato il ricorso al Tar. La cantierizzazione è avviata, ma la Soprintendenza ha stabilito che edifici e area vanno tutelati”. E poi ci sono gli alberghi. Almeno una quindicina sono in ristrutturazione e non saranno pronti per il 2026, con buona pace del Cio che è alla ricerca spasmodica di posti-letto per il grande circo bianco.