la Repubblica, 12 agosto 2024
Le Olimpiadi sono finite
“My way” di Frank Sinatra risuona nello Stade de France. La via francese delle Olimpiadi si conferma un inno alla diversità e all’inclusione. Parigi chiude e chiama Los Angeles. Qui c’è Emmanuel Macron che è riuscito a non farsi troppo fischiare, lì si è riaccesa la speranza di non avere Donald Trump fra tre mesi. Staffetta a Occidente, con Tom Cruise spericolato portabandiera olimpica fin sulla collina di Hollywood. Missione quasi impossibile per gli organizzatori di Parigi 2024: riuscire a fare una cermonia di chiusura senza provocare nuove polemiche, dopo tutto quello gli è piovuto addosso per l’inaugurazione. Questa volta il cielo è terso, fa caldo. Ci sono gli artisti della French Touch, quando la Francia fa ballare il mondo.
«L’abbiamo fatto, alla nostra maniera» dice Thomas Jolly, parafrasando Sinatra. Il regista teatrale quarantenne è stato messo sotto scorta dopo aver ricevuto minacce di morte per la scena con le drag queen accusate di imitare l’Ultima Cena, ma continua a esprimere “gioia” e “orgoglio” anche per i tanti messaggi positivi ricevuti. Dopo la parata degli atleti, lo spettacolo comincia con un personaggio che si cala dall’alto. Note a piè di pagina: nessun riferimento religioso, l’ispirazione è la statua in cima alla colonna di place de la Bastille.
È stata un’Olimpiade politica sì, ma non per gli atleti. Nessun pugno alzato, poche rivendicazioni e slogan. Sono invece entrati a gamba tesa alcuni leader in cerca di battaglie ideologiche sull’identità nazionale, religiosa o sessuale. Marine Le Pen si è tenuta lontana dal coro di attacchi contro la cerimonia «blasfema», Khelif «uomo», e non ha partecipato agli appelli per un shit storm contro le gare nella Senna. La tregua olimpica, almeno in Francia, ha funzionato. «Fino alla fine del sogno» titola il Journal du Dimanche. «Parigi 2024, la Francia felice» titola le Figaro, quasi un ossimoro in un paese noto per il pessimismo. Difficile trovare critiche sui giornali francesi, mai così alte le vette di sciovinismo.
La vita è rosa, come i cartelli dei Giochi in giro per Parigi. «È ancora meglio di quello che sognavo» dice Tony Estanguet, capo del comitato organizzatore di Paris 2024, che sottolinea il record di biglietti venduti (più di 9,5 milioni) e di audience tv. Il Club France alla Villette ha accolto più di mezzo milione di tifosi, molti arrivati dalle periferie. Una Francia black-blanc-beur, ed è subito Mondiali del 1998. «Sono state Olimpiadi popolari, gioiose, impegnate e audaci» commenta Estanguet.L’eredità più difficile da lasciare.
La capitale francese ha brillato («Paris Superstar», titola Libération) con il beach volley sotto alla Tour Eiffel, scherma al Grand Palais, sport urbani in place de la Concorde, la gara di ciclismo fino nelle strade della Butte di Montmartre. Ma c’è anche la banlieue. I ragazzini di periferia ora sognano di andare a nuotare nella piscina olimpionica ormai intitolata al nuovo piccolo principe Léon Marchand. Il feuilleton per organizzare le gare nella Senna è stato snervante per gli atleti, si vedrà se davvero tra un anno i parigini potranno fare il bagno. Il villaggio olimpico che sorge vicino allo Stade deFrance non ha soddisfatto molti atleti ma forse sarà più apprezzato una volta riconvertito in abitazioni. Dei tanti sorrisi incrociati nelle strade, molti non erano parigini. Sono arrivati 1,73 milioni di turisti stranieri (19% in più rispetto allo stesso periodo 2023). Gli americani i più numerosi, ancora più contenti di esserci visto che la prossima Olimpiade tocca a loro.
Macron sogna di cavalcare l’onda di entusiasmo dei Giochi. Spoiler: non ci riuscirà. L’opposizione politica ricomincerà già oggi. E la sua vetrina internazionale è stata macchiata da quell’errore di protocollo: lasciare sotto la pioggia capi di Stato e di governo, tra cui Sergio Mattarella. In un budget miliardario, una tettoia si poteva anche prevedere. «Non dovremmo cercare di prolungare il momento olimpico» avverte Anne Hidalgo, la sindaca socialista, che invita piuttosto a continuare a «decostruire» gli anatemi reazionari contro queste Olimpiadi. «Parigi è la città delle libertà, il rifugio per le persone Lgbtq+, la città dove viviamo tutti insieme». Parlando a le Monde la sindaca è sbottata : «Fuck ai reazionari, fuck all’estrema destra, fuck a coloro che vogliono rinchiuderci nella guerra di tutti contro tutti”. E pazienza se il dito medio non è chic.