il Fatto Quotidiano, 11 agosto 2024
Fascina, giustificazione finita: FI non copre più le assenze alla Camera
Marta Fascina da qualche settimana non si vede più in Parlamento. Sarà la calura estiva e l’aria delle vacanze – anche se la Camera ha dovuto convertire nove decreti negli ultimi due mesi – ma l’ex compagna di Silvio Berlusconi dopo le elezioni europee non ha più viaggiato da Milano a Roma per occupare il suo scranno a Montecitorio e votare i provvedimenti del governo. Peccato, però, che adesso non potrà farlo troppo liberamente: rispetto ai mesi precedenti, il gruppo di Forza Italia alla Camera ha deciso di toglierle la giustificazione che le permetteva di risultare assente senza perdere i soldi della diaria, il gettone che spetta ai parlamentari per ogni giorno di presenza. Un gruzzoletto da circa 1.200 euro al mese.
Se fino a pochi mesi fa, infatti, Fascina veniva regolarmente giustificata dal gruppo parlamentare prima per accudire Berlusconi, poi per elaborare il lutto e infine senza un particolare motivo, ora la deputata che vive ad Arcore non può più godere (o quasi) di questo beneficio che aveva creato diverse perplessità all’interno del partito. Ogni gruppo ha a disposizione un numero di “giustificazioni” proporzionato ai parlamentari: Forza Italia ha 44 deputati e due possibili “giustificazioni”. Una delle quali da mesi era “bloccata” da Fascina per decisione del capogruppo a Montecitorio, Paolo Barelli. Decisione che ha fatto arrabbiare diversi deputati, che in varie occasioni avrebbero voluto chiedere un permesso per assentarsi durante un voto.
A maggio, così, il mese della campagna elettorale per le elezioni europee, Fascina è stata assente giustificata solo nel 12,7% dei casi. Un crollo rispetto al mese di aprile quando l’ex compagna di Berlusconi era risultata assente nel 96% delle votazioni, tutte giustificate dal gruppo parlamentare. Percentuali simili nei mesi precedenti quando Fascina veniva “scagionata” da Forza Italia. Secondo i dati ufficiali pubblicati dalla Camera dei Deputati, a maggio, invece, non è andata così: sulle 221 votazioni totali, la deputata ha partecipato a 90 (41%) contro le 131 assenze (59%). Ma solo in 28 di esse Fascina ha potuto usufruire della giustificazione del suo gruppo. Il motivo non va ricercato nella volontà del segretario Antonio Tajani e del suo capogruppo Barelli di vendicarsi sull’ex compagna di Berlusconi, ma nella campagna elettorale di maggio: diversi deputati avevano bisogno della giustificazione del partito per poter andare sul territorio senza doversi preoccupare di tornare a Roma durante la settimana. Le europee, infatti, sono una tornata elettorale con le preferenze e alcuni deputati azzurri correvano anche come sindaci in piccoli comuni sul territorio. A questi si aggiungevano i capibastone locali che hanno fatto campagna elettorale per i propri europarlamentari.
Non è un caso, dunque, che a maggio al posto di Fascina abbiano potuto usufruire del 100% delle giustificazioni il deputato calabrese Francesco Cannizzaro e il campano Francesco Maria Rubano, confermato sindaco a Puglianello (Benevento). Anche il deputato Alessandro Sorte, vicino a Fascina e coordinatore regionale di Forza Italia in Lombardia, ha usufruito a maggio del 59% delle giustificazioni in Parlamento.
Il gettone quindi è stato tolto alla ex compagna di Berlusconi che, d’altronde, non ha fatto un giorno di campagna elettorale per Forza Italia: non solo non ha girato il Paese per eventi di partito ma il 6 giugno non si è nemmeno presentata alla chiusura della campagna elettorale organizzata da Tajani (con tanto di treni charter dalla Puglia e da Roma) a Napoli. Una fonte di partito spiega che da settembre Fascina dovrà tornare attivamente in Parlamento perché ci sono deputati che, per ragioni diverse, avranno bisogno della “giustificazione”.
Nel frattempo, a proposito del gruppo parlamentare azzurro, al rientro dalle ferie Tajani punta ad aumentare la compagine tra Camera e Senato: dopo l’arrivo del senatore M5S Antonio Trevisi (contrario al nucleare e all’intitolazione dell’aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi), si sta muovendo direttamente Gianni Letta per riportare Mara Carfagna, oggi in Azione, in Forza Italia. Quest’ultimo ha celebrato il suo matrimonio a fine giugno e sta provando a convincere Tajani a riprendersi l’ex ministra del Sud del governo Draghi. Ma nel partito sono in molti pronti a fare le barricate.