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 2024  agosto 10 Sabato calendario

Settebello di spalle per protesta. Malagò: «Non è spirito olimpico»


PARIGI «I ragazzi sono due notti che non dormono, è stato un dolore atroce. Anche giovedì un membro della Fina ci aveva dato l’illusione che forse la partita persa contro l’Ungheria si sarebbe potuta rigiocare. Questa seconda delusione è stata troppo». Sandro Campagna è un vecchio navigatore di queste piscine, ha appena festeggiato le 500 panchine con il Settebello, ha vinto un oro epico a Barcellona, è la pallanuoto in Italia. Ma mai gli è capitato di vedere quello che ha visto nelle ultime 48 ore e di dover spiegare una protesta così. 
I pallanuotisti italiani, prima di scendere in acqua per la gara per il quinto posto contro la Spagna, mentre risuonano gli inni nazionali, danno le spalle ai giudici. In acqua, poi, l’Italia sceglie per lo sprint iniziale (quando si deve conquistare la palla a centro vasca) proprio Francesco Condemi, il giocatore all’origine di questa storia, che ha subito l’ingiustizia nella gara precedente, il quarto di finale contro l’Ungheria, quando gli era stato fischiato il fallo di brutalità/gioco violento ed era stato espulso (in realtà l’ungherese era stato colpito con la mano al termine del tiro, ed è veramente difficile poter sostenere che ci sia stata intenzionalità). La Spagna – evidentemente al corrente della protesta che sceglie di appoggiare – rinuncia a far scattare il proprio giocatore. Condemi perciò sprinta da solo ed entra in possesso della palla tra gli applausi della piscina della Defense Arena. Campagna, allora, chiama time out e lo fa uscire: non rientrerà più, è una specie di autoespulsione. 
Chiare le intenzioni del Settebello: simulare la stessa situazione in cui gli arbitri li hanno messi l’altra sera quando Condemi è stato costretto ad abbandonare il match. Non è finita: Di Fulvio, il capitano, si defila platealmente e per quattro minuti l’Italia gioca con un uomo in meno (e la Spagna imbarazzata va sul 3-0) un’altra delle sanzioni applicate l’altra sera per la brutalità, che è il più grave nella scala dei falli (riepiloghiamole: all’Italia era stato tolto il gol realizzato da Condemi, era stato assegnato un rigore all’Ungheria, Condemi era stato definitivamente espulso e appunto per 4’ l’Italia non aveva potuto sostituirlo). 
Con i giorni come si è visto la rabbia non è sbollita. La protesta (per la cronaca la partita con la Spagna dopo essere ricominciata è finita 11-9 «e noi poi l’abbiamo onorata» dice Campagna) non è piaciuta al n.1 del Coni Giovanni Malagò che la definisce «contraria allo spirito olimpico e non condivisibile,così come non sono condivisibili certe decisioni arbitrali. Il Coni comunque ha difeso il Settebello in tutti i gradi di giudizio fino al Tas».
Sì perché da subito erano partite le proteste ufficiali: un primo ricorso era stato respinto dopo la partita, un altro di fronte al Jury d’appello. Nelle motivazioni si diceva che gli arbitri avevano a disposizione poche immagini; che Condemi non aveva commesso gioco violento, ma che in ogni caso per regolamento la gara non poteva essere ripetuta. Nella tarda serata di giovedì un’altra commissione, il Management committee, ha inviato un report in cui ha ammesso «che Condemi non ha commesso violenza». Una dichiarazione che ha fatto arrabbiare ancora di più il Settebello. «Può una federazione non avere immagini adeguate? – si chiede Campagna —. Chiedevamo un po’ di coraggio, che si facesse rigiocare la partita, come succede in presenza di un errore tecnico. Poteva essere un precedente, così invece si è falsata un’Olimpiade». E anche l’immagine dopo non è stata il massimo.